martedì 17 dicembre 2013

Progetto università terza età: storia delle prigioni e delle pene


Estratto-riassunto del 6° e ultimo incontro


polizia penitenziaria
Arriviamo al 1990, con legge 395 nasce il Corpo di polizia penitenziaria che sostituisce il vecchio corpo degli agenti di custodia. Nella stessa legge, l’articolo 40, equipara il trattamento giuridico ed economico dei direttori a quello dei funzionari di polizia. E’ un primo passo verso una necessaria riforma anche del personale non solo direttivo, che arriverà al compimento solo nel 2001 e 2005.
Nasce perciò il Dipartimento Amministrazione Penitenziaria ( DAP ), che ha a disposizione  un corpo di polizia, la polizia penitenziaria.  In periferia vengono istituiti i Provveditorati regionali, le scuole di formazione, gli istituti penitenziari, gli Uffici per l’esecuzione penale esterna gestiti dai servizi sociali del DAP, una volta c’erano i centri clinici e  gli ospedali psichiatrici giudiziari, che dovrebbero essere chiusi e le competenze trasferite al Servizio sanitario nazionale e alle Regioni.
Questa Regione, come al solito su questi temi, è in ritardo.
Oltre al personale di polizia penitenziaria, operano nel DAP, e nelle sedi periferiche, anche personale amministrativo, educatori, medici, generici e specialisti come psichiatri, e infermieri, cappellani di rito cattolico, assistenti sociali, consulenti psicologi, criminologi, ecc..; il carcere è poi collegato con gli altri Enti locali, in primis Regione, poi Comune e Provincia, e ASL per i servizi sanitari specialistici ,per i tossicodipendenti e altro.
La Polizia Penitenziaria ( abbreviata PolPen ) è un corpo di polizia a ordinamento civile, con competenze in materia di sorveglianza e trattamento detenuti, sicurezza degli istituti penitenziari e sedi del ministero della giustizia, traduzioni e piantonamenti, ordine pubblico su chiamata del prefetto e altro.
Detto ciò, stasera accenniamo agli istituti della Regione. Sono 5: Trieste, Udine, Pordenone, Tolmezzo, Gorizia, tutti erano e sono ancora classificati come case circondariale cioè accolgono detenuti in attesa di giudizio definitivo o condannati a una pena non superiore a tre anni. Tutti dipendono dal Provveditorato Regionale del Triveneto con sede a Padova e che comprende anche il Veneto e il Trentino Alto-Adige.
Tolmezzo
Secondo una circolare recentissima del gennaio 2013, Tolmezzo dovrebbe essere solo AS, mentre Gorizia  doveva essere soppresso ed era anche ora, ma invece sembra che sarà in parte ristrutturato con un milione di euro. Scelta quanto meno singolare dal momento che comunque sarà un edificio non rispondente i criteri normativi e soprattutto perché  qualche anno fa si disse che per ristrutturarlo occorrevano circa 10 milioni!
Il carcere più nuovo in regione è Tolmezzo.
Le prime notizie storiche di Tolmezzo si hanno verso la fine del primo millennio, in un documento compare col nome Tulmentium ed è inclusa tra i feudi del Patriarcato di Aquileia, ma  probabilmente però la cittadina è più antica, si pensa abbia avuto origine da un piccolo borgo risalente all'epoca preromana. Nel 1356, Tolmezzo divenne la capitale della Carnia, sempre dipendente dal Patriarcato, mentre  nel 1420, come tutta la Regione, è annessa alla Repubblica di Venezia., Nel 1797, alla la caduta della Repubblica di Venezia e con il trattato di Campoformio il Friuli e la Carnia passarono all' Austria. Nel 1866, dopo la III guerra di indipendenza, la Carnia ed una parte del Friuli entrarono a far parte del Regno d’Italia
 Il carcere di Tolmezzo è stato costruito alla fine degli anni ’80 e inizi ’90 del XX secolo. All’epoca ci fu una grossa opposizione in tutta la regione alla costruzione di un carcere nuovo, e sono stati impiegati molti anni per la sua edificazione. Ricordo infatti che se ne cominciò a parlare e far progetti a metà anni ’80. In effetti non sembrava necessario avere un altro carcere in questa regione che per fortuna non ha una criminalità grande, ma il problema era dovuto al fatto che a Tolmezzo c’era un tribunale con una procura della repubblica e quindi il nostro sistema giudiziario penale esigeva la esistenza di un carcere presso il tribunale. Oggi però pare che il Tribunale di Tolmezzo è o sarà chiuso, e ci sono le solite proteste. Se fosse per me ci sarebbe da chiudere anche quello di Gorizia.
Tolmezzo intanto, visto che non c’è questa grande necessità, ospita un reparto di alta sicurezza,  con una capienza di circa 200/250 posti, e ha portato grandi benefici economici a tutta la zona.
Pensate all’indotto, che una struttura come questa, cosi come anche un tribunale, un ospedale, una caserma, può avere. 
 Il più antico è Pordenone, ne avevamo già parlato ospitato nel vecchio castello del XIII secolo, di cui abbiamo già parlato in precedente incontro, una capienza di circa 60/70 posti, in pieno centro cittadino, dopo quasi trent’anni di discussioni c’è stato finalmente un accordo tra Ministero, Regione e comune e dovrebbe essere costruito uno nuovo ma da quel che so , al momento non è stato fatto niente,  d’altro canto non ci sono soldi…..
Pordenone, la Rocca
Pordenone, è un carcere fatiscente che conosco bene avendoci anche lavorato, e che aspetta dall’anno del terremoto del Friuli, 1976, di essere sostituito, pare che da poco sia stato trovato un terreno, una ex caserma abbandonata, per farne uno nuovo, ma con la crisi economica attuale, sarà difficile un lavoro in temi rapidi.  Il castello, o meglio la Rocca,- dicono gli storici locali- “ è quell'ibrido ed informe fabbricato che vedesi oggi, ridotto ad uso carceri”.  Oggi contiene una 70  detenuti con un reparto particolare per persone che hanno commesso reati di violenza su donne e bambini.   "Costruito su di un'altura ad oriente del primitivo insediamento abitativo”, la Rocca fu edificata dopo il 1270 da un certo Ulrico Filippo di Carinzia, a completamento del sistema difensivo, contro i possibili attacchi provenienti dal Patriarcato di Aquileia.
Non si hanno molte notizie della città in epoca romana, poco documentata: il nucleo urbano doveva trovarsi, secondo gli storici, nel luogo dove oggi sorge la frazione di Torre, scelto probabilmente per la presenza più a nord di un ampio guado fluviale e  anche probabilmente di un piccolo porto fluviale.  La città, nel medioevo, si sviluppò sulla sponda destra del fiume Noncello, presso una insenatura che approfittava di una "MOTTA" (collinetta, terrapieno). Si noti che il castello si trova oggi a piazza MOTTA.  Nel successivo periodo medioevale, la città divenne patrimonio personale degli Casa d'Austria, mentre all’inizio del XVI secolo,  Pordenone e i territori limitrofi passarono sotto il diretto controllo della Repubblica di Venezia e vi rimasero per più di due secoli e mezzo. Caduta  Venezia e dopo il trattato di Campoformio, Pordenone fu annessa al Lombardo Veneto. Nel 1866 fu annessa al Regno d’Italia.
Il castello ospitò per secoli il "capitano cesareo" asburgico, in seguito, con la Repubblica di Venezia, il castello fu sede dei Provveditori-Capitani veneziani. Fu cenacolo di letterati nel primo Rinascimento; decadde nel 1600-1700;  in seguito abbandonato agli usi più strani. Nel periodo della dominazione austriaca fu drasticamente ristrutturato e trasformato in carcere. Destinazione che conserva ancora oggi. Neanche il terremoto del ’76, che in Friuli ha prodotto grossi danni e morti, ha toccato il castello. Solo qualche piccola lesione ma niente di  straordinario, neanche fosse stato costruito con materiale antisismico.
Oggi è sempre là,  e dopo che se ne parlava da circa 30anni, sembra si sia trovato uno spazio –   la solita caserma abbandonata nella zona di S. Giovanni al Natisone, per costruirne uno nuovo, solo che ora è intervenuta la crisi economica con pesanti tagli anche in quel settore..
Udine
Poi c’è Udine di cui non so bene l’origine: ha una struttura completamente diversa da Trieste e Gorizia, per cui sicuramente non è austriaca, non è un vecchio castello come Pordenone e non è moderna come Tolmezzo.
Capitale della regione storica del Friuli, risulta citata per la prima volta in occasione della donazione del castello cittadino da parte dell' imperatore Ottone II nel 983. Divenne, poi, una delle residenze dei Ptriarchi di Aquileia.Dal 1420, fu sotto il dominio Di Venezia fino al trattato di campo formio che la pose sotto l’Austria. Nel 1866,  ci fu l'annessione all’Italia.
La struttura che ha, dovrebbe essere tra il primo e il secondo dopoguerra,  ormai circondata da abitazioni private. Ha una capienza di circa 150 posti, ed è stato recentemente, da pochi anni, ristrutturato, ma anche qui sono state avanzate critiche per soldi spesi male.. 
Nel circondario troviamo anche le ex case mandamentali,  carceri piccole, dipendenti in generale dalle antiche Preture,…… ad es. a Maniago, a S. Vito al Tagliamento, a Codroipo e a Palmanova, nei mandamenti, il circondario delle preture, erano detenuti o in attesa di giudizio o quelli che dovevano scontare una pena non superiore a un anno. Oggi sono stati tutti chiusi, anche perché le Preture non esistono più
Trieste e Gorizia presentano più o meno a stessa struttura, di origine asburgica inizio ‘900, collegati entrambi al Tribunale attraverso in sotterranei, sviluppano solo in altezza,: ovviamente Gorizia è molto più piccolo aveva una capienza di circa 80/90 posti, oggi ridotti a  forse 40, rispetto a Trieste che va sui 150 circa, Trieste è stato ristrutturato negli anni 90 del 900, con molti miliardi delle vecchie lire – soldi buttati - ma non ha raggiunto gli standard previsti dalla vigente normativa.
Un accenno particolare a Trieste, alla costruzione del palazzo di giustizia e del carcere del Coroneo. 

Caserma e stalle militari austriache 1890
Trieste è diventata italiana nel 1918, neanche un secolo fa, e successivamente nel 1954, quando il GMA, il governo militare alleato cedette i poteri alla amministrazione italiana. Trieste è antica, prima era Tergeste, piccola colonia romana del I° sec. a. C., raccolta intorno al colle di S. Giusto, luogo di brevi soste e di passaggio da e per le regioni dell’Istria  per i ricchi romani che andavano e venivano dalle ville in Istria e Dalmazia. I pochi abitanti, che vivevano nel piccolo, ma già pensavano in grande, si costruirono il loro teatrino, e altri edifici, come testimoniano i reperti archeologici.  La città più importante dell’area era, invece, Aquileia, fondata proprio per presidiare il territorio di confine e poi sede di importante Patriarcato- che governava, come abbiamo visto su quasi tutto il Friuli - , per non parlare poi, di Venezia.
Con la Repubblica di S. Marco, il libero Comune medioevale di Tergeste ebbe diversi conflitti e non volle cedere, preferendo, nel 1382,  “darsi” al Duca di Asburgo d’Austria.
La città non ebbe una grande storia, restò una piccola realtà marinara fino al 1718, anno in cui fu creata, dall’imperatrice Maria Teresa, la zona franca extra/doganale, il Porto franco.
Una occhiata alla costruzione del carcere e del palazzo di giustizia poi vedremo delle foto che mi sembrano interessanti.   Siamo nel 1895, la città fa parte dell’impero Austriaco.


Sartoria e polizia civile
Trieste,basket
La Dieta Provinciale di Trieste,( corrisponderebbe oggi alla nostra Prefettura, nel febbraio di quell’anno richiedeva,  all’I. R. Presidenza del Consiglio dei Ministri, per motivi umanitari, "la costruzione di un nuovo Palazzo di Giustizia, con annesse carceri

inquisizionali ( probabilmente giudiziarie) ", la proposta era quella di costruire un  complesso edilizio unitario destinato ad accogliere gli uffici giudiziari e carceri, prima sparsi in città, in via Santi Martiri (attuale Duca d'Aosta), via della Sanità (via A. Diaz), e l'archivio dei Libri Tavolari nel vecchio palazzo Bordeaux.  La costruzione doveva avvenire cosi come poi è stato in un area che all'epoca era chiamata piazza dei Foraggi, o del Fieno, delimitata dalle vie Fabio Severo, Coroneo, della Crociera (attuale via Zanetti) e della Fontana (oggi via Rismondo), ed in cui erano situati una serie di costruzioni di utilità pubblica (macelletto, lavatoio) o fondi locati a ditte private. Le carceri dovranno essere costruite nell'area retrostante via della Fontana (che in quel tratto verrà a scomparire) ove si trovavano la caserma dell'ex Gendarmeria e stalle militari. La proposta veniva accolta con una certa sollecitudine, e comunicata alla Giunta Provinciale il 16.04.1895: neanche due mesi, non proprio come succede oggi.  I lavori di costruzione del Coroneo saranno ultimati nel 1913 e i primi detenuti vi entreranno il 4 luglio 1914, pochi giorni prima dell’inizio della prima guerra mondiale, che inizierà il 28 luglio, con la dichiarazione di guerra alla Serbia.  I lavori relativi al palazzo di giustizia, invece, subiranno ritardi per problemi di carattere burocratico e finanziario nei rapporti tra il governo dell'Austria e le istituzioni cittadine, capitanate all’epoca dal magistrato civico Ferdinando Pitteri, e saranno iniziati nel 1912 e poi interrotti per lo scoppio della prima guerra mondiale. Il progetto sarà ripreso alla fine della guerra e sarà ultimato soltanto negli anni '30.tra il carcere e il palazzo di giustizia esistono passaggi sotterranei che consentono di tradurre direttamente i detenuti nelle aule.
Da Domizio Ulpiano, un giurista d’epoca romana imperiale, prese il nome la nuova piazza antistante il palazzo, che prima era detta piazza del Fieno o "dei Foraggi".
Trieste, nel secondo dopoguerra è stata occupata da truppe alleate anglo-americane fino al 1954: alcune foto dell’epoca, che vedete, portano anche la scritta in inglese e furono ritrovate durante la pulizia degli archivi, così come quel regolamento del 1931 con il timbro “ Headquarters, Venezia Giulia Police Force, Prisons Divisions”.
Gorizia è dello stesso periodo del Coroneo,  è più piccolo ed è legato al palazzo di giustizia, come Trieste, ha un passaggio interno, diretto con l’aula del tribunale.
Il primo documento relativo alla contea di Gorizia  secondo gli storici è del 1107, mentre il nome della città appare, per la prima volta, in un diploma imperiale del 1001, quando  l’imperatore Ottone III  donò al patriarca Giovanni di Aquileia la metà del castello e della villa  “ que Sclavorum lingua  vocatur Goriza”( W.Baum, I conti di Gorizia, Libreria editrice goriziana).
Sulla origine della famiglia dei conti di Gorizia le notizie sono frammentarie, ma con ogni probabilità era originaria della Baviera o del Tirolo. Il territorio della Contea era molto vasto, si estese dal Tirolo alla Carinzia, dalla Venezia Giulia, tranne Trieste, alla Dalmazia, venendo spesso in contrasto con il Patriarcato di Aquileia per il controllo e il possesso dei territori intorno a Gorizia e della vallata del Vipacco  I Conti di Gorizia avevano fatto il possibile per mantenere una certa autonomia e indipendenza, nel corso del tempo avevano dovuto subire il vassallaggio della vicina Austria e degli Asburgo barcamenandosi tra poi tra Aquileia, protetta dall’impero e le mire espansionistiche di Venezia. Nel 1500, all’alba del nuovo secolo, la Contea di Gorizia cessò di esistere: l’ultimo rappresentante della dinastia, Leonardo,  morì senza figli. In base a un trattato stipulato con gli Asburgo, tutte le terre, i castelli, i paesi e le città della contea, Cormons, Codroipo, Savogna e Gradisca  passarono sotto l’Austria. Gorizia fu annessa al regno d’Italia nel 1918.
Eco di Gorizia
Gorizia ha avuto una evasione, nel 2005….. e poi anche un tentativo, ecco come la raccontavano sull’Eco , il giornale dei detenuti:
Questa è la storia di un ventenne sloveno, arrestato in gennaio di quest’anno – 2005 – per immigrazione clandestina, passeur di due clandestini.
Appena arrivato, tutti si sono chiesti chi poteva averlo arrestato visto che non era proprio a posto con la testa. Si scoprì che non era la prima volta che veniva arrestato, così la condanna non fu proprio mite:  due anni e dieci mesi.
Questo giovane, oltre a essere rimasto a pagina dodici con la testa (?), aveva anche il brutto vizio di tenere sempre le dita nel naso, era sempre “ onto e bisonto”, parlava a vanvera, rideva da solo; insomma, secondo tanti non doveva stare in carcere, ma in tutt’altro istituto.
Lo hanno aiutato tanto i compagni di cella e non. Ha lavorato un paio di volte come scopino( il lavoro è rotativo, si cambia ogni 15 giorni.
Credo che nessuno mai e poi mai avrebbe pensato che   …… potesse evadere e anche se lo avesse confidato a qualcuno, chi avrebbe dato ascolto a “……. il matto”?
interni
Così, con il coraggio e la fortuna dei “matti”, …… ha scavato un buco nel muro ( del genere fuga da Alcatraz) e, con due compagni di cella, anche loro stranieri, se ne sono andati,incuranti del rischio e delle conseguenze.
Come tutte le storie, questa dovrebbe essere alla fine,c’è però un ma, da quello che si è visto e sentito alla tv, gli evasi sono ricercati anche in Slovenia. Senza soldi credo che per loro sarà dura nascondersi a lungo.
Conoscendo …… poi  combinerà sicuramente qualche disastro dei suoi soliti, e così la storia ricomincerà
Morale della storia: non c’è niente di avventuroso in questa evasione e quelli che sono fuggiti non sono eroi, ma tre disgraziati veri!
Le restrizioni e  le conseguenze per gli altri detenuti di via Barzellini, che scontano la propria pena, sono notevoli. Questi ultimi vorrebbero chiudere i conti con la giustizia e non scapperebbero nemmeno se trovassero le porte spalancate.
Ma questa è un’altra storia !” di F. M.

Letture e fonti:
Tutti i siti Internet relativi a carcere, prigioni, DAP e polizia penitenziaria.
Dei delitti e delle pene” di Cesare Beccaria
Il carcere in Italia” di Aldo Ricci e Giulio Salierno, ed. Einaudi, Nuovo politecnico 47
Sorvegliare e punire” di Michel Foucault, ed. Einaudi,Paperbacks.
Pene e strutture sociali”di Georg Rusche e Otto Kircheimer, ed.Il Mulino
“ Il codice Penitenziario”di Renzo Alessandri e Giulio Catelani, ed. Laurus Robuffo

 

 





 

 

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