Isabella del Balzo
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presunto ritratto di Isabella del Balzo |
Isabella
del Balzo visse a cavallo tra il XV° e il XVI° secolo e fu la
classica Regina per caso ( Cesarina Casanova, Regine
per caso, donne al
governo in età moderna, Ed.Laterza, 2014).Isabella
del Balzo d’Aragona
(1468 –1533), fu regina di Napoli per brevissimo tempo.
Contrariamente a molte sue contemporanee, fu moglie felice e fedele,
non ci furono chiacchiere o voci di tradimenti, o altri comportamenti
particolari, da parte nessuno storico, e dovette cedere il trono solo
davanti alla resa del marito, ultimo Re aragonese, e al suo esilio.
Siamo nel regno di Napoli, dal 1440 è governato dagli Aragona: fu
conquistato da Alfonso I°, già re di Sicilia.. Ma il regno non
trovava pace, aggredito da ogni parte dalle potenze dell’epoca,
Francia e Spagna, il sacro romano Impero, Papato, Repubblica di
Venezia che costituivano leghe e alleanze per abbatterlo e
conquistarlo, salvo poi a litigare tra loro per la divisione delle
spoglie, come i peggiori briganti. Gli Aragonesi, con i re Ferrante (
diminutivo di Ferdinando), figlio di Alfonso I°, Alfonso II° e
Ferrandino, ( Ferdinando II°), come fecero i Normanni prima di loro,
combatterono contro tutti, ma non potevano farcela, erano circondati
non solo da nemici esterni, ma anche e soprattutto interni, dai
baroni che si schieravano ora con uno ora con altri, ma insieme
contro il trono. La capitale comunque non era una preda facile da
prendere, ben protetta dalle alte mura, dai castelli che
controllavano gli accessi alla città sia da terra che da mare. Ne
sapeva qualcosa anche Alfonso I°, che aveva preso la città solo con
l’inganno, attraverso cunicoli e fogne. Isabella era pugliese,
figlia di Pietro del Balzo, duca di Andria e principe di Altamura,
morto ucciso nel 1491, e di Maria Donata del Balzo Orsini, duchessa
di Venosa. Pietro era Gran Connestabile del Regno di Napoli. Non ci
sono descrizioni sull’aspetto fisico di Isabella, ma il dipinto che
la raffigura ci mostra un volto dai lineamenti regolari, capelli neri
raccolti, una tranquilla bellezza dell’epoca. Il 28 novembre 1486
Isabella aveva sposato Federico, fratello di Alfonso, duca di
Calabria e erede al trono, e perciò non era destinato a regnare. Il
matrimonio appariva felice, dall’unione erano nati cinque figli,
mentre Federico aveva avuto già una figlia da un precedente
matrimonio. La
guerra per conquistare quei territori continuava tra alti e bassi,
già nel 1495 Carlo VIII re di Francia, aveva invaso il regno, ma
davanti alle opposizioni di Spagna, Venezia e Papato, era tornato
precipitosamente indietro, lasciando via libera a Ferdinando, il
giovane sovrano aragonese. Se allarghiamo un po’ il nostro
orizzonte, molte cose erano cambiate nel panorama internazionale:
circa quarant’anni prima era finito l’altro impero millenario,
quello romano d’Oriente, Costantinopoli era caduta in mano ai
turchi, che avanzavano in Grecia e nei Balcani. La Spagna si era
unificata e si avviava a diventare una grande potenza con Ferdinando
il cattolico, aragonese, e Isabella di Castiglia, quella, per
intenderci, delle tre caravelle a Cristoforo Colombo. Ma
l’avvenimento più importante e che avrebbe cambiato la storia del
mondo e che nessuno al momento non aveva ancora percepito, era
proprio quello di Colombo: 4 anni prima, nel 1492, questo ignoto
marinaio, con tre piccole navi, era sbarcato nelle Americhe. In
Italia si continuava a combattere per il regno del sud. Ferdinando
II, detto Ferrandino, morto nel ‘96 non aveva figli, e pertanto fu
lo zio Federico, il marito di Isabella del Balzo, a succedere al
nipote con il nome di Federico IV di Napoli ed Isabella divenne la
Regina consorte. Isabella viveva in Puglia, si trovava nella
provincia di Lecce quando apprese che il marito era diventato Re e di
conseguenza lei Regina. Da Lecce, perciò, si mise in viaggio per
raggiungere il marito che l’aveva convocata a Barletta per
incontrarla. Si rifugiò poi nel castello di Bari con i figli e poi
attese inutilmente il marito. Ma il re non venne, anzi, dopo quattro
mesi, le mandò a dire di raggiungerlo nella capitale. Dovette
abbandonare la famiglia, muoversi, sballottata da un paese all'altro,
tra mille pericoli a causa della guerra in corso, prima di mettersi
in viaggio per la capitale per l’incoronazione. Ma anche a Napoli
dovette attendere molto tempo, poiché il re “guerreggiava
lontano”, e sembrava che le sorti della guerra volgessero al
meglio. Cosi il 16 febbraio del 1498, Federico entrò in Napoli dove
trovo finalmente la moglie che lo aspettava in Castelnuovo. La
capitale era percorsa da bande di mercenari, violenze e ruberie
dappertutto, la popolazione era lacera e affamata, gli edifici
distrutti. “ quando
Isabella del Balzo nell’ottobre del 1497 entrò in Napoli, Regina,
e alcuni mesi dopo, nel febbraio del 1498, potè a lei ricongiungersi
il marito re Federico, quelle due anime, sbattute da tante tempeste,
forse trepidavano ancora alle immagini dei passati pericoli e nel
vago presentimento dei nuovi, che già si disegnavano in lontananza”.
Così racconta in “ Storie e leggende napoletane”, Benedetto
Croce, che descrive le vicissitudini di questa donna, regina per
forza, esaminando un poemetto scritto da un contemporaneo della stesa
regina , tal Ruggiero di Pazienza di Nardò, un paese in provincia di
Lecce, che fu chiamato “Lo Balzino”. Il suo regno durerà
poco, solo cinque anni: è considerata da alcuni storici
la regina più sfortunata di ogni tempo.
Il marito fu un re che stette sul trono di Napoli senza mai sedersi,
per le tante battaglie a cui partecipò. Federico cercò anche, nei
limiti del possibile, di mantenere buoni rapporti con tutti, anche
con il Papato, retto all’epoca da Alessandro VI, un tal Rodrigo
Borgia, che era meglio non inimicarsi. Nel 1498 era Re di Francia
Luigi XII, che subito avanzò pretese al trono di Napoli. Si accordò
con Ferdinando II di Aragona, cugino di Federico, noto con il nome
di Ferdinando il
Cattolico, per spartirsi il territorio del regno.
Federico, nulla sapendo di questi accordi, si fidò dei cugini
spagnoli e aprì loro le fortezze calabresi, pensando che sarebbero
arrivati in suo soccorso: ma mai fidarsi dei parenti, perché gli
Spagnoli erano d’accordo con i francesi. Federico e le truppe
napoletane perciò si trovarono a combattere su due fronti, uno
settentrionale contro i francesi che si erano già avvicinati a
Napoli da nord, e uno meridionale contro i traditori spagnoli.
Ovviamente Federico da solo non poteva farcela, le potenze francesi e
spagnole ebbero la meglio. Si ritirò a Ischia, nel castello che
aveva già dato prova di essere imprendibile, dove fu raggiunto dalla
moglie Isabella e i figli. Nel 1501, non potendo più farcela,
Federico pensò di arrendersi, ma non ai parenti spagnoli, egli
preferì i francesi, dai quali fu trattato meglio: andò in esilio in
Francia dove morì due anni dopo a Tours. Il patto tra Francesi e
Spagnoli durò poco, ben presto si scontrarono come i peggiori
banditi per la spartizione del bottino; gli spagnoli, comandati da
Consalvo di Cordova furono assediati a Barletta, in Puglia. Fu qui,
durate l’assedio, che si svolse la famosa disfida poi tramandata
nei romanzi risorgimentali. Il 14 maggio 1503, il Gran capitano don
Consalvo di Cordova entrò a Napoli e tutto il sud divenne una
provincia spagnola. Isabella, ancora a Ischia, fu costretta anche lei
all'esilio, insieme ai suoi figli Cesare, Isabella e Giulia e alcuni
membri della sua corte si diresse prima a Sabbioneta (1507-1508)
dalla sorella Antonia, moglie di Giovan Francesco Gonzaga, e poi a
Ferrara, ospite del Duca Alfonso d'Este, dove morirà il 22 maggio
1533. L’erede al trono, Ferrando, fu condotto prigioniero in Spagna
e lì sembra fu chiuso in un convento deve non si ebbero più
notizie. Cosi finì la dinastia Aragonese di Napoli.
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