Ponti di Napoli
Ponte della Sanità
Oggi il rione Sanità,
conosciuto anche come Vergini, e,
sulle carte comunali, come
quartiere Stella, è più tristemente noto per fatti di sangue, delinquenza,
camorra, e al contrario, anche per le iniziative anticamorra.
Non era così una
volta: l’area, situata fuori dalle mura settentrionali della città, era boscosa
e selvaggia e piena di sorgenti. Le
acque, anche piovane, scendevano verso
il vallone che oggi è via Foria e alimentavano con altre acque provenienti
dalle colline vicine il fiume che qualcuno chiama Sebeto, altri Rubeolo, altri
Clanis.
In tempi
antichissimi, la zona era utilizzata per l'estrazione di tufo, adatto per
l'edilizia, e anche per seppellire i morti e per cerimonie religiose, e fu
chiamata prima Vergini e poi Sanità.
Vergini, sembra, da Eunostidi,
adoratori di Eunostos, un
dio greco della temperanza e quindi della verginità, quindi sacerdoti votati
alla castità, che si recavano extra moenia per adorarlo e fare funzioni
religiose. Sul nome di Sanità ci sono due teorie: la prima ha pensato
alla salubrità del luogo, mentre altri si riferivano invece a presunti miracoli
avvenuti per le preghiere rivolte ai
morti di quei cimiteri.
In effetti, l‘ area
fu destinata prima a necropoli pagana, poi a catacombe paleocristiane e infine,
a cimitero cristiano.
Nella piazza del
quartiere, nei sotterranei della grande chiesa barocca di S. Maria della
Sanità, si trovano le catacombe di S. Gaudioso ( nella foto ), seconde solo a quelle più note di S. Gennaro.
Più avanti, sulla
salita che porta a Capodimonte, c'è il
cimitero delle Fontanelle, una grande cava tufacea, dove migliaia
di teschi, ordinati e sistemati uno sull’altro in ordine quasi perfetto, sono
visibili al pubblico.
Nel XIV secolo ebbe
inizio il contenimento dei corsi d’acqua provenienti dalle colline, con opere
fognarie e idrauliche, e la zona perciò divenne più agibile.
Si delineò così la
strada che partiva dalla porta S. Gennaro, superava, con il ponte delle Pigne, il largo detto delle
Pigne (nome dovuto alla presenza di pini, oggi piazza Cavour), e saliva
verso la collina di Capodimonte.
Nell' area iniziò
prima la formazione di un piccolo borgo, poi ben presto si verificò una
consistente urbanizzazione: giardini, orti, grandi proprietà fondiarie e grandi
palazzi. La strada, alla fine del XVII sec., era diventata la principale via di
comunicazione tra collina e città. Tutta la nobiltà, i vicerè e poi re Carlo e
Ferdinando, per recarsi a Capodimonte, nelle loro riserve e nei casini di caccia, dovevano passare di
là.
Capodimonte Reggia |
Fu trasformata in
Residenza reale soltanto con i Re napoleonidi, Giuseppe Bonaparte prima e
Gioacchino Murat, nei primi anni del XIX secolo.
Come Reggia, però,
Capodimonte risultò troppo lontana dalla
città. Il percorso attraverso la Sanità
cominciò ad essere poco funzionale al re e ai suoi ministri e pertanto sorse il
problema di trovare un'altra strada. Ma dove e come? Architetti e urbanisti si
misero all'opera e studiarono la zona e predisposero vari progetti.
Ponte Sanità |
Eppure la collina era lì, a due passi, cosa occorreva per superare
il vallone della Sanità? Un ponte, un ponte che scavalcasse il vuoto e si agganciasse direttamente alla
collina. E' il classico caso di un ponte f necessario ad assicurare la
“ continuità del corpo stradale ,,nell’attraversamento di … un profondo
avvallamento del terreno”.
Il progetto prevedeva anche la costruzione di una nuova strada
più grande del sentiero esistente, l'abbattimento di alcuni edifici, casupole e
monasteri, e la costruzione del Ponte. Fu approvato e subito iniziarono i
lavori. Era il 14 agosto 1807, mentre regnava a Napoli Giuseppe Bonaparte.
L'inaugurazione avvenne nel 1810 con Gioacchino Murat e la
regina Carolina Bonaparte, alla strada
fu dato il nome di Corso Napoleone.
Dopo Waterloo e la sconfitta di Napoleone e dei suoi, nel 1815 a
Napoli tornò Ferdinando di Borbone, che apprezzò il lavoro e cambiò solo il
nome alla strada, che da allora fu divisa in due parti, la prima si chiamò
strada Santa Teresa degli scalzi, dalla chiesa seicentesca intitolata alla santa che sorgeva lungo la
strada, e la seconda, dopo il ponte, strada nuova Capodimonte. Non c'è da
meravigliarsi se uso il termine strada, perché all' epoca e anche dopo, le vie erano dette strade e le
piazze si chiamavano larghi.
Nel 1818 si rese necessario intervenire per modificare il
tracciato della strada rendendolo più
piano perché in alcuni punti era troppo alto, rispetto anche alle vie laterali,
da creare una discesa abbastanza scomoda fino al ponte.
Il ponte, più di 100 metri di lunghezza e
sei arcate a tutto sesto di uguali
dimensioni, alcune delle quali, però, nascoste dalle costruzioni che si
ammassano di fianco e sotto.
Dal ponte è
possibile vedere la splendida cupola maiolicata della
chiesa di S .Maria della Sanità, oltre che una visuale di tutto il
quartiere.
Nel 1937 fu installato sul ponte un ascensore per salire e
scendere nel quartiere sottostante, ancora oggi
funzionante e aperto al pubblico.
Su richiesta della popolazione del quartiere, nel 2011 il ponte
è stato intitolato a Maddalena Cerasuolo,
napoletana di quel quartiere, partigiana
nell'ultima guerra, partecipò attivamente alla cacciata dei tedeschi da Napoli
nella insurrezione delle quattro
giornate che provocò la liberazione della città dalle truppe tedesche e prese
parte attiva alla battaglia per la difesa del ponte che i guastatori tedeschi
volevano far saltare. Fu insignita della medaglia di bronzo al valor militare.
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