martedì 26 novembre 2013

Progetto: storia delle prigioni e delle pene, Università terza età








Estratto e riassunto del 3° incontro università della terza età di Trieste

 Prima di iniziare sarà bene ribadire un concetto fondamentale: il sistema giudiziario, penale e penitenziario è strettamente collegato al periodo storico – intendendo per tale l’ambiente politico, sociale, economico, culturale.. – in cui nasce, si sviluppa e vive. Ed è bene tener sempre presente quella frase che avevo citato al primo incontro: “ la civiltà di un paese si giudica dalle sue carceri”( Voltaire).
Gli ascoltatori, tra l’altro, sono stati presi dalla smania di far domande sull’attualità di certe sanzioni e sul valore e le funzioni di certe pene; non potendo non dare risposte, non c’è stato più tempo per proseguire nell’argomento prefissato, anche se anche l’attualità e le esperienze personali sono previste nel progetto, ma nell’ultima parte.
  Ciò premesso, Il periodo che esaminiamo oggi è pieno di eventi che modificheranno la storia dell’umanità e dell’Europa: l’impero romano occidentale si è frantumato in tanti piccoli regni barbarici, nel  476 d. c., che è solo una data convenzionale, il barbaro Odoacre depone l’ultimo imperatore Romolo Augustolo, il piccolo augusto, e lo manda a trascorrere il resto dei suoi giorni a Napoli, restituendo le insegne imperiali a Zenone imperatore d’oriente a Costantinopoli, che invece resisterà per altri 1000 anni.
Il cristianesimo, proclamato religione ufficiale nel 380 d.  c. dall’imperatore Teodosio, aveva prodotto mutamenti di mentalità, di costumi e valori anche se per quel che ci riguarda il nostro tema.

Teodosio
La chiesa e la religione cristiana si stavano organizzando, iniziava  l’intolleranza religiosa di cui già si era avuta avviata ai tempi di Teodosio che aveva riconosciuto il cristianesimo come la religione ufficiale dell’impero, i cristiani si trasformarono da perseguitati a persecutori.
Ma con la formazione delle prima Chiesa  stava cambiando anche il concetto di pena, grazie alle prime formazioni di diritto canonico, che non doveva essere per forza quella capitale, ma si iniziava a pensare alla penitenza dei peccati, alla sofferenza corporale e forse al perdono.
, Il principio del carcere come luogo di espiazione della pena  secondo alcuni risalirebbe alla Chiesa delle origini e al diritto canonico, che, pur prevedendo il ricorso all'afflizione del corpo per i peccatori e autori di reati,   non ammetteva le cosiddette pene di sangue.
Costantino
A Roma la chiesa era rimasta l’unica istituzione sopravvissuta al crollo delle altre e il vescovo della città si stava trasformando nel Papa con potere temporale e politico, basandosi sulla cosiddetta donazione di Costantino. La donazione di Costantino non era altro che un documento, tirato fuori da l vescovo di Roma, datato nell’anno 315,  nel quale  l’imperatore Costantino aveva attribuito al vescovo di Roma, il papa, Silvestro I° e ai suoi successori, il primato su tutte le chiese patriarcali (oltre Roma, anche Costantinopoli, Alessandria, Antiochia e Gerusalemme), la sovranità  su tutti i sacerdoti del mondo e anche la superiorità del potere papale su quello imperiale. C’erano inoltre molte concessioni, come gli onori, le insegne e il diadema imperiale ai papi e soprattutto la sovranità temporale su Roma, l' Italia e l'intero Impero romano d’occidente; venivano inoltre donate diverse proprietà immobiliari in città e in altre zone del mondo e anche la donazione a Silvestro in persona del palazzo del Laterano.
E altre chiese quelle orientali non vollero riconoscere il vescovo di Roma come capo della cristianità, da qui vari concili e incontri e scissioni, alla fine era solo una questione non religiosa e interpretativa delle scritture e dei vangeli, ma di potere e di soldi.
La donazione di Costantino però era una invenzione, quel  documento era falso, come fu dimostrato poi nel  1440 da  Lorenzo Valla studioso e letterato, filologo. Egli dimostrò in modo inequivocabile come la donazione fosse un falso, mettendo in evidenza anacronismi e contraddizioni di contenuto e di forma
Ma era tardi, il guaio era fatto , la chiesa e i papi ormai erano una Stato potenza temprale e ancora oggi lo Stato vaticano deriva da quelle basi .

Il caos, le distruzioni operate dalle invasioni barbariche in Italia, in Gallia e Spagna, in Africa e in Britannia avevano provocato periodi di incertezza oltre che di violenze, bande armate giravano per boschi e città abbandonate, strade e palazzi distrutte e sommerse da rifiuti e sterpaglie, campagne non più coltivate ma coperte da boscaglie, città intere crollate, costituzione di nuovi stati basati su violenza, guerra e rapina: difficilmente queste società in formazione potevano pensare a tribunali, a magistrature, a polizia e a repressioni di criminalità e brigantaggio, spesso confusi con truppe  barbare, composte da ex soldati e  sfollati. In Britannia, la futura Inghilterra, la totale mancanza di magistrati romani e di diritto romano fece sorgere man mano un altro ordinamento, dal quale deriva quello ancora oggi vigente, con le giurie popolari.  Mentre in alcuni paesi resistevano e continuavano ad esistere funzionari e magistrati ti tipo romano,  Il sistema penale barbarico introdusse la “faida”, che autorizzava direttamente la vittima a rivalersi in qualsiasi misura sull'aggressore.  La giustizia divenne privata con la faida e l’ordalìa…….. e la morte era l’unica pena possibile, variando, come al solito solo il modo di infliggerla, dall’impiccagione alla decapitazione, e dalla tortura alla gogna.
 La faida era la possibilità per un privato di ottenere soddisfazione per la lesione di un proprio diritto ricorrendo all’uso della forza  Secondo il diritto dei popoli germanici,  la tutela del diritto spettava in primo luogo al singolo, alla sua famiglia e al suo clan, e, in caso di necessità, all'intero popolo o ai suoi capi. Il danneggiato aveva il diritto di vendicarsi, e di dare inizio di propria mano ad una faida, così da costringere chi gli aveva procurato danno a espiare la propria colpa.
Notiamo che anche se la  morte e la vendetta privata, come la faida,continuano ad essere le modalità di esecuzione di un qualsiasi delitto, dall’omicidio al rapimento al semplice danno economico, cominciano però a farsi strada alcune possibilità alternative alla morte. Addirittura nel 643, ci fu anche chi provò a intervenire a favore del più debole e del danneggiato, con l'Editto di Rotari , re longobardo che stabili il “guidrigildo” al posto della faida. Il guidrigildo consisteva nel pagamento di una determinata somma di denaro chiamata guidrigildo), ed in questo modo si ripristinava la pace tra le parti. Era comunque una possibilità alternativa alla faida,  qualora il danneggiato non volesse o non potesse avvalersi del suo diritto di faida. Chi aveva provocato il danno veniva portato di fronte ad un tribunale e costretto a dare soddisfazione economica al danneggiato.
L'ordalia o  ordàlia  significava "giudizio di Dio": è un'antica pratica giuridica, che risalirebbe a millenni prima di Cristo. 
Secondo questa pratica, l'innocenza o la colpevolezza dell'accusato venivano determinate sottoponendolo ad una prova dolorosa o a un duello. La determinazione dell'innocenza derivava dal completamento della prova senza subire danni (o dalla rapida guarigione delle lesioni riportate) oppure dalla vittoria nel duello. L'ordalia, , era un “iudicium Dei”: una procedura basata sulla premessa che Dio avrebbe aiutato l'innocente in caso ci fosse davvero.

 
 

Nel campo giuridico bisogna ricordare assolutamente la raccolta di leggi più importante dell’epoca, Giustiniano e il  corpus iuris,  e il Digesto, il Codice e le Istitutiones
 Giustiniano, fu  imperatore d’Oriente, dal 527 al 565, alla sua morte, riconquistò parte dei territori dell’impero sia in Africa che in Italia, compresa Roma e anche qui Venezia e Trieste, dove pose un contingente di truppe per la sicurezza contro invasioni da est.  Egli promosse la compilazione e la raccolta di tutte le leggi e le norme vigenti: il Corpus iuris civilis, è una compilazione omogenea della legge romana che è tutt'oggi alla base del nostro diritto civile, e che ancora si studia nelle Università, in particolare si divide in: Digesto,  è  una raccolta in 50 libri, di frammenti di opere di giuristi romani, poi ci sono le Institutiones e il Codice, e novelle constitutiones.
In Africa si verificava un altro fatto importante , i cui effetti si fanno sentire ancora oggi:  un’altra religione monoteista nasceva tra le popolazioni arabe. Il promotore di questa nuova religione si chiamava Maometto, nato nel 571 alla Mecca da una famiglia di modeste condizioni e,dopo aver svolto l’attività di cammelliere e conduttore di carovane, sposò infatti una ricca vedova, che gli procurò molti soldi. Si dedicò alla meditazione e verso il 610 iniziò la predicazione circa l’esistenza di un unico Dio creatore dell’universo e al cui cospetto tutti gli uomini, al momento della loro morte, verranno giudicati in base alle loro opere terrestri ricevendo la vita eterna oppure la dannazione. Nasceva quindi l’Islam, la seconda importante religione monoteista,  che alla morte di Maometto nel 632 portò alla unificazione politica degli Arabi, e poi alla  conquista della Siria, dell’Egitto, della Persia e della Palestina, mentre le loro navi compivano incursioni contro i territori dei Bizantini nell’Egeo che portarono al saccheggio di Creta, Rodi e Cipro. Le  loro conquiste in Oriente arrivarono fino al fiume Indo e ad Occidente fino alla Spagna,attraverso , Gibilterra, che è un nome arabo, e in Sicilia, nell’827.

In Europa il fatto più importante per l’ epoca, la nascita del Sacro Romano impero, con Carlo Magno, e che durerà per 1000 anni, fino al 1800, quando sarà abolito da Napoleone
Carlo, non ancora magno – Grande -, figlio di Pipino nasce secondo gli storici tra il 748 e il 749.  Egli, alla morte del padre e del fratello,  ereditava tutto il regno composto dalla Francia fino al Reno.
Sarebbe troppo lunga la storia di Carlo Magno nei particolari , e quindi sommariamente, si può dire che egli affronto una serie di campagne militari prima all’interno del regno poi all‘esterno, stringendo un patto strettissimo con il Papato. In base questo patto e all’autorità conferitagli dal papa   egli massacrò tutte le popolazioni ancora pagane che si trovavano  al di là del Reno, Avari, Slavi e Sassoni e poi a gli arabi in Spagna.
Per quel che riguarda l’Italia egli venne su richiesta del papa Adriano I per liberarlo dai Longobardi. la cosa si ripeterà spesso:scriveva Montanelli che saranno i papi a ostacolare l’unificazione dell’Italia perché ogni volta chiameranno altri stranieri contro quelli che ci provavano.
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Cividale del Friuli
I longobardi erano arrivati in Italia un paio di secoli prima, ed erano passati proprio da qui, che era la strada per tutte le invasioni dall’est. Nel 568, superato il monte Nanos ( Paolo Diacono, storico di Cividale, Historia longobardorum, parla di Monte del re),  “ il re ( dei Longobardi) Alboino con tutto il suo esercito e con una moltitudine di popolo, uomini e donne”, attraversarono il passo della Selva di Piro, in sloveno Hrusice, tra le valli del Vipacco, percorsero la via Gemina che raggiungeva Lubiana,   penetrarono in Friuli, senza incontrare resistenza e giunsero a Forum Julii ( Cividale), dove, accolti bene anche dalla popolazione, si fermarono per vari mesi”.  Il primo ducato dei Longobardi fu quello di Forum Julii, con capitale proprio la civitas, da cui il nome Cividale, e fu affidato a Gisulfo, nipote del re Alboino: egli completò l’occupazione della regione annettendo al ducato Aquileia, Concordia e Zuglio, mentre non gli riuscì di prendere le zone costiere e lagunari, che restarono invece in mani bizantine.
Secondo molti storici, quest’ultima invasione portò non solo a modificare in maniera  sostanziale il profilo culturale dell’attuale Friuli-Venezia Giulia, ma, in generale, modificò la storia d’Italia: l’arrivo dei guerrieri dalle lunghe barbe, i Longobardi “ ..al di qua delle Alpi determinerà fino al XIX secolo le sorti d’Italia: finì da allora l’unità di quel paese che aveva unificato il mondo”(  H. Pirenne, Storia d’Europa, dalle invasioni al XVI sec. Ed. Biblioteca Sansoni).
Nelle nostre zone, Aquileia era diventata sede dell’autorità vescovile per tutta l’area friulana e istriana.
Ma la città si trovava proprio all’ incrocio delle vie che dalle Alpi e dalle pianure orientali arrivavano in Italia. Oltre il confine del Danubio, nell’attuale Ungheria e Austria, nei Balcani, popolazioni nomadi, definite “barbare”, si affollavano ai confini dell’impero e volevano oltrepassarli, con le buone o con le cattive.
Perciò tra il IV e il V secolo  d. c. le antiche vie consolari, e in particolare la valle del Vipacco, divennero teatro di eserciti, guerrieri e intere popolazioni in movimento che nessuno riusciva più a fermare, se si eccettua Stilicone che “ sconfisse i barbari in due grandi battaglie a Pallanza e a Verona e li respinse nel Friuli” ( H.Pirenne, storia d’Europa, dalle invasioni al XVI sec.).
Fu un periodo di grande confusione e di grandi invasioni:  Goti, Avari, gli Unni guidati da Attila, Slavi, Ungari arrivavano dai valichi alpini e carsici: il sistema di fortificazioni romano che controllava tutte le strade che  giungevano dall’Illirico in Italia, era ormai abbandonato.
Aquileia, saccheggiata prima da Visigoti e poi da Attile e ui suoi Unni, cessò di essere un centro politico e militare, la regione divenne una terra di rovine e desolazione.
Gli abitanti che  riuscirono a fuggire, si rifugiarono oltre il mare, nelle lagune da cui poi nacquero Grado e Venezia.
Negli anni 535/553,  le guerre gotiche/ bizantine promosse dall’imperatore d’oriente  Giustiniano,  consentirono  l’effimera riconquista di parte dell’Italia, da sud a nord, Ravenna, Venezia, a Trieste, dove fu installato uno speciale presidio militare per  difendere il territorio da altre eventuali invasioni.
Verso il 600 furono i popoli slavi che si mossero, occupando i territori dell'Europa centrale lasciati liberi da Goti, Germani e altri popoli: attraverso la Polonia essi giunsero fino alla Pomerania scendendo a sud fino all’Istria e al mare.
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Dopo essersi liberato dei Longobardi con l’aiuto di Carlo, papa Leone III,nella messa di Natale dell’anno 800 a Roma,  lo incoronò  imperatore romano aggiungendo l’aggettivo di Sacro
Carlo aveva unificato quasi tutto quello che restava del mondo civilizzato accanto ai grandi imperi arabo e bizantino ed ai possedimenti della Chiesa, con l'esclusione delle isole britanniche e di pochi altri territori.
Dopo essersi garantito la sicurezza dei confini, Carlo procedette alla riorganizzazione dell'Impero e alla amministrazione dei vari settori e riformò la giustizia con nuove leggi.
 La riforma della Giustizia si attuò tramite il superamento del principio di personalità del diritto, vale a dire che ogni uomo aveva diritto di essere giudicato secondo l'usanza del suo popolo, con la promulgazione dei CAPITOLARI, che servivano ad integrare le leggi esistenti e che spesso sostituirono pezzi completamente mancanti dei vecchi codici. Queste norme avevano valore di legge per tutto l'impero ed il Re volle farle sottoscrivere da tutti i liberi durante il giuramento collettivo dell'806. Cercando di correggere i costumi ed elevando la preparazione professionale degli operatori nella giustizia. Si decise la diversa composizione delle GIURIE  (che da ora in poi dovevano essere costituite da professionisti e non giudici popolari), mentre in Inghilterra resteranno le giurie popolari. e che al dibattimento non partecipassero altre persone se non il Conte coadiuvato dagli avvocati, notai,  e quegli imputati che erano direttamente interessati alla causa.  Le procedure giudiziarie vennero standardizzate, modificate e semplificate.
Alla morte di Carlo viene fuori il caos, i 3 figli si combattono tra loro e si dividono l’impero in vari regni.

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 si segnala in quegli anni anche la distinzione tra Le lingue  tedesche e francese delle origini. Tutto avviene i14 febbraio dell'anno 842: Carlo II il calvo e Ludovico II il germanico si trovano a Strasburgo,  già allora confine tra Francia e Germania, per giurarsi fedeltà reciproca, e per affermare che nessuno di loro avrebbe stretto patti di alleanza con l’altro fratello, Lotario I imperatore. Essi giurano nelle lingue effettivamente usate dai loro popoli, Carlo, di lingua proto-francese, giurò in antico alto tedesco – la teotisca lingua -, per farsi meglio comprendere dalle truppe di Ludovico; quest'ultimo, di lingua germanica, giurò nella lingua romanza – la romana lingua - del fratello. I rappresentanti dei due eserciti, poi, giurarono ognuno nella propria lingua. Il documento fu perciò compilato non solo in Latino, come era d’uso, ma anche nelle tre lingue. Il documento rappresenta l’atto di nascita del francese e del tedesco.

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Castello
Economia

La caduta di Roma e di tutte le istituzioni romane ha portato come conseguenza anche l’abbandono di terre di agricoltura e  allevamenti, ai prati coltivati si sostituiscono boschi e foreste, le strade romane non vengono più curate non c’è pià manutenzione e spariscono sotto erbacce e foreste, economia chiusa  e ridotta al castello. Prima dell’anno mille si viveva con la paura della fine del mondo e del giudizio universale, tutti vivevano raccomandandosi l’anima a Dio, la religione permeava ogni atto di vita quotidiana, dal castellano all’ultimo contadino, si mangiava molta gente. I mercati rari si tenevano nei castelli e villaggi carne e cacciagione, farro e orzo erano le minestre solite della povera. I feudatari, proprietari dei terreni facevano lavorare la terra dai servi della gleba, i quali erano sottoposti a forti limitazioni della libertà personale. Nello stesso feudo c'erano gli artigiani, il cui lavoro era quello di attrezzi agricoli e manufatti. Non vi erano, quindi, rapporti con l'esterno il feudo era autonomo ed autosufficiente   Dopo il 1000, che era l’anno fatidico che tutti attendevano con a paura del giudizio universale,  secolo le cose cambiarono grazie all'evoluzione della struttura feudale e del commercio. Il feudatario si trasformò in un semplice proprietario terriero; i servi della gleba divennero contadini e si diffuse l'artigianato.  Si sviluppa, dopo il 1000, un sistema economico feudale basato essenzialmente sulla agricoltura, con commercio di prodotti agricoli e artigianali.   Si sviluppò pertanto il commercio di prodotti agricoli e artigianali, quindi vi fu un passaggio da economia di consumo ad economia di scambio.  La vita comincia lentamente a riprendersi dopo il mille e si riavviano contatti commerciali e le città anche ricominciano a vivere, ben presto si formeranno classi borghesi e agiate.

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La caduta di uno Stato forte, come sempre provoca caos e distruzioni
 Sorgeva il sistema feudale, tempo di castelli e fortilizi, un sistema aggressivo e violento, da signori della guerra senza regole,  piccoli e grandi feudatari indipendenti che comandavano su una massa di disperati, in attesa che si formino degli stati forti e organizzati, le regole erano a discrezione e cosi le pene rimasero sempre quelle capitali o comunque fisiche dolorose;  e non è ancora il tempo di pensare alle prigioni, che ore si chiamano le “segrete” dei castelli.
A proposito di castelli e di segrete, accenniamo a un antico castello in Regione e che oggi è un carcere.
Il castello di Pordenone, o meglio la Rocca,- dicono gli storici locali- “ è quell'ibrido ed informe fabbricato che vedesi oggi, ridotto ad uso carceri, affatto spoglio di quel carattere di fortilizio medioevale che tenne per parecchi secoli la supremazia non solo sulla vecchia città, chiusa fra le cerchia delle sue mura, dette castellane, ma eziandio sul territorio delle sette ville, conosciuto col titolo generico di Castello di Pordenone, perchè la Rocca, sotto il suo nome, tutto lo comprendeva".
Nei castelli medievali il termine indicato per le prigioni era le “segrete” e immagino che ci siano state anche a Pordenone.  "Costruito su di un'altura ad oriente del primitivo insediamento abitativo, forse sul luogo della più antica "torre con muta" la rocca di Pordenone ha sempre costituito un fatto estraneo alla città.  Fu edificato dopo il 1270 da un certo Ulrico Filippo di Carinzia, a completamento del sistema difensivo (che si affaccia oggi sulla vicina piazza Motta), contro i possibili attacchi provenienti dal Patriarcato di Aquileia, che aveva distrutto il fiorente porto fluviale della città e i magazzini annessi; posto nella parte est del centro storico, il castello si ergeva, all’epoca, su una collina sopraelevata sulla sottostante bassura, percorsa da rogge e dal fiume, ed era quasi inespugnabile.
Castello di Pordenone,esterno
Il castello ospitò per secoli il "capitano cesareo" asburgico;  luogo-forte isolato dalla città medievale e da questa separato da un fossato e dal soprastante ponte levatoio, anche dopo essere ricompreso all'interno dell'area urbana dalla terza cerchia di mura e dalla conseguente urbanizzazione dell'area di Prà di Castello.
In seguito, con la Repubblica di Venezia, il castello fu sede dei Provveditori-Capitani veneziani. Fu cenacolo di letterati nel primo Rinascimento; decadde nel 1600-1700;  in seguito abbandonato agli usi più strani. Nel periodo della dominazione austriaca fu drasticamente ristrutturato e trasformato in carcere. Destinazione che conserva ancora oggi. Neanche il terremoto del ’76, che in Friuli ha prodotto grossi danni nè morti, neanche quel terremoto ha toccato il castello. Solo qualche piccola lesione ma niente di  straordinario, neanche fosse stato costruito con materiale antisismico. Oggi è sempre la, contiene forse una settanta/ ottanta persone, e dopo che se ne parlava da circa 30anni, sembra si sia trovato uno spazio –   la solita caserma abbandonata nella zona di S.Giovanni a Natisone, per costruirne uno nuovo, solo che ora è intervenuta la crisi economica con pesanti tagli anche in quel settore..
La prima crociata contro i mussulmani e per la conquista di Gerusalemme, è del 1099 e  ce ne saranno altre 4 o 5: una massa di disperati, di avventurieri ma anche di regnanti si precipiteranno in Palestina alla conquista di posti al sole, di potere e ricchezze, e forse anche di penitenze.
In Italia meridionale intanto arrivavano i Normanni che con Ruggero II costituiranno un  territorio unico dal basso Lazio fino alla Sicilia, un regno che durerà fino all’unità d’Italia, tra alterne vicende e conquiste.
Circa nello stesso periodo, in Inghilterra, veniva concessa, o meglio imposta dai baroni, nel 1215, dal re Giovanni senza terra, fratello di Riccardo cuor di leone,   la magna Charta libertatum
Giovanni Senzaterra,( ne troviamo traccia nel romanzo di Robin Hood), che regnava in luogo del fratello Riccardo, prigioniero del duca d’Austria e in attesa di riscatto, aveva dovuto subire la ribellione dei baroni del regno.  Arrivati a un accordo, durante l'incontro con i ribelli, si vide costretto, in cambio della rinnovata obbedienza, a una serie di concessioni che costituiscono il contenuto principale della Magna Charta.
Magna Charta
La Magna Charta Libertatum è stata interpretata a posteriori come il primo documento fondamentale per il riconoscimento universale dei diritti dei cittadini, ma non è così:il documento conferma i privilegi del clero e dei feudatari, eliminando o diminuendo l'influenza del re. Era d esempio prevista l’impossibilità per il re di imporre nuove TASSE ai suoi vassalli diretti senza il previo consenso del consiglio comune del regno, formato da arcivescovi, abati, conti e i maggiori tra i baroni,  la garanzia, valida per tutti gli uomini di condizione libera, di non poter essere imprigionati senza prima aver sostenuto un regolare processo, da parte di una corte di pari, se la norma era incerta o il tribunale non competente.
Viene stabilita anche la proporzionalità della pena rispetto al reato ;  c’ era anche un accenno al principio dell’ “habea corpus” anche se riservato solo a nobili e a classi elevate,
L ’”habeas corpus” è un diritto fondamentale,che letteralmente vuol dire "che tu abbia il corpo", l'ordine emesso da un giudice di portare un prigioniero al proprio cospetto, per verificarne le condizioni personali dell'individuo ed evitare una detenzione senza accusa.
Era, per l’epoca, una grande conquista,ma torno a dire solo per nobiltà baroni e vescovi, il diritto in base al quale una persona può ricorrere per difendersi dall'arresto illegittimo di se stessa o di un'altra persona. Il diritto di habeas corpus nel corso della storia è stato un importante strumento per la salvaguardia della libertà individuale contro l'azione arbitraria dello Stato.
 La sua importanza può meglio essere compresa se si considera che nel diritto delle origini ogni suddito poteva essere soggetto a una pluralità di giurisdizioni locali e signoriali, le quali tutte potevano disporre fisicamente del soggetto. Con l'emissione del decreto di habeas corpus una corte reale poteva ordinare a qualsiasi altra giurisdizione la consegna del prigioniero garantendolo dall’ arbitrio di un signore .  Il ricorso al giudice della Corona (cioè un emissario diretto del Re), costituì così la prima e più importante garanzia verso gli abusi, potendosi scavalcare così l'Ufficiale che aveva eseguito l'arresto. L'habeas corpus, in sostanza, è il diritto di appellarsi al giudice contro una detenzione ingiustificata. 
L’habeas corpus costituì un esempio per molte legislazioni successive per difendersi da detenzioni ingiustificate, ovviamente nei paesi anglosassoni, e poi in tutte le Costituzioni occidentali, compresa quella italiana, di cui parleremo e nel attuale codice di procedura penale, ed esempio l’appello al tribunale del riesame.
LA GOGNA
Gogna
La gogna era uno strumento punitivo, di contenzione, di controllo, di tortura, utilizzato soprattutto nel Medioevo, costruito come un collare in ferro, fissato ad una colonna per mezzo di una catena, che veniva stretto attorno al collo dei condannati esposti alla berlina. Successivamente la gogna si modificò in tavole di legno provviste di cerniera che formano fori attraverso i quali la testa e/o vari arti sono inseriti; le tavole sono poi bloccate insieme per trattenere il prigioniero.
Le gogne erano allestite nelle piazze di mercato e negli incroci per detenere criminali di poca importanza. Spesso un cartello era appeso al collo del malfattore, o nelle vicinanze, sul quale erano scritti il delitto e la pena. Queste punizioni generalmente finivano passate poche ore o qualche giorno. La gogna più comune restava comunque il  ceppo: la vittima, imprigionata mani e piedi, veniva esposta in piazza alla folla, che ne faceva bersaglio delle proprie tensioni, con lancio di sassi e altro.
domenicano
Adesso bisogna parlare di una istituzione che è stata maestra di carcerazione, torture e condanne a morte. In un periodo di grandi movimenti religiosi innovatori in Italia, la Chiesa assume sempre più potere, impone penitenze e pellegrinaggi e scomuniche il Papa lotta con gli imperatori e re per le investiture. Nnascono due grandi ordini religiosi, Francescani e i Domenicani .
Domenico di Guzmán,  spagnolo ( 1170-1221), fu il fondatore dell'ordine dei frati predicatori,che furono istituiti per combattere le eresie dei Catari, cioè i puri, che avevano guadagnato proseliti per la loro cultura e la loro preparazione teologica e il loro stile di vita di povertà e di rigore. Da questo si arrivò, nel 1233,alla bolla papale di Gregorio IX ,con la quale si affidava ai domenicani lo speciale compito di sradicare l’eresia”.( M. Baigent e R. Leigh. L’inquisizione, persecuzioni, ideologia e potere, ed.M.Tropea)
E’ l’atto di nascita dell’ Inquisizione, che può essere definita come quella l'istituzione ecclesiastica della chiesa cattolica per indagare e punire, mediante un apposito tribunale, i sostenitori di teorie considerate contrarie all'ortodossia cattolica.  L’inquisizione ha a che fare direttamente con l’argomento che trattiamo perché nella sua spietata caccia a eretici, streghe e altro, utilizzò tutti i mezzi leciti e illeciti per le confessioni, il  carcere e le  torture e le pene più inumane.
L’inquisizione  iniziò a operare in Francia con “ l’autorità legale di condannare i “sospetti” di eresia senza nessuna possibilità di appello”.
L’inquisizione operò subito contro i catari nella città di Albi, nel sud della Francia, coadiuvata da asserite truppe cristiane, perlopiù mercenari, compirono una strage degli abitanti della zona, incendiando, violentando e torturando.  Allora iniziò un vero sterminio di massa, i domenicani dell’Inquisizione cavalcavano a fianco dei crociati, e assistevano  a uccisioni, stupri , violenze di ogni genere e torture, ma stavano attenti a non sporcarsi le mani di sangue, era vietato dalla religione cristiana. 
Nel 1252, , il papa Innocenzo IV autorizzò l'uso della Tortura e Giovanni XXII estese i poteri dell'Inquisizione nella lotta contro la stregoneria e soprattutto le donne, poiché le streghe erano donne.
Più tardi, nel  secolo XV  nacque, in Spagna, un’altra inquisizione famosa, quella spagnola. La sua costituzione era stata richiesta dai sovrani Ferdinando detto il Cattolico e la moglie Isabella, quella che poi concederà le famose tre caravelle a Cristoforo Colombo per l’America.
L’inquisizione spagnola fece di tutto anche nelle colonie spagnole del sud America, ma non riusci a entrare nel Regno di Napoli per la fiera opposizione popolare.
L’inquisizione introdusse anche un altro tipo di processo.
Mentre Il processo accusatorio, previsto dal diritto romano,ed è quello che abbiamo oggi, consisteva nel pubblico confronto orale fra accusatore e accusato, al quale assisteva il giudice: l'onere della prova ricadeva sull'accusatore, che se non dimostrava le proprie accuse, era condannato dal giudice alla pena che avrebbe dovuto subire l'accusato in caso di riconosciuta colpevolezza.
Il tribunale dell'Inquisizione adottò invece la procedura del processo inquisitorio,che è quello che avevamo in Italia fino al ’90, nel quale il giudice è anche accusatore: sulla base di una denuncia anche generica, egli è tenuto a raccogliere le prove della colpevolezza dell'imputato, conducendo indagini “segrete” e dirigendo il processo al quale, il pubblico non può assistere né è ammessa la presenza di un avvocato difensore; le testimonianze e le dichiarazioni dell'imputato sono verbalizzate. Per giungere alla condanna è sufficiente la testimonianza concorde di almeno due testimoni o la confessione dell'imputato, il quale viene detenuto in carcere durante lo svolgimento del processo, che non ha una durata predefinita e le cui udienze – i costituti - si svolgono a discrezione dello stesso giudice. In questo caso non è il giudice che deve dimostrare la colpevolezza dell’imputato, ma è l’imputato che deve dimostrare la propria innocenza, il che, sotto tortura,doveva essere  molto difficile.
Se la prova della colpevolezza non viene raggiunta e allo scopo di sciogliere le eventuali contraddizioni presenti nelle sue deposizioni, l'imputato veniva sottoposto a Tortura.
All’inizio l’inquisitore, pur sempre un prete, non poteva praticare la tortura direttamente , ma dal 1252 una bolla papale l’autorizzò a praticarla direttamente, anche se rimase lo scrupolo contro lo spargimento di sangue, per cui venivano evitati attrezzi appuntiti o lame  e venivano usate ruote, schiacciapollici e altri strumenti come tenaglie incandescenti. Meno male, immaginiamo cosa avrebbero fatto gi inquisitori se non ci fosse stato questo scrupolo.
La condanna che seguiva era generalmente la morte sul rogo, se non era morto prima. Se voleva o poteva, l’imputato poteva abiurare.
Se è recidivo, l'imputato è condannato necessariamente a morte: pentendosi, viene prima strangolato o impiccato e il cadavere viene poi bruciato e le ceneri disperse; se è impenitente, viene bruciato vivo.
L'inquisitore
 La pena viene eseguita dall'autorità civile, il cosiddetto braccio secolare. Fu scritto anche, nel 1378, un Manuale dell’Inquisitore, da Nicolau Eymerich, che a suo tempo era stato il grande Inquisitore di Aragona e aveva operato anche in Francia: contiene le regole sulla tortura, sui se,  quando e  come torturare una  persona.
Alcuni esempi di torture servono per illustrare e chiarire dove può arrivare la mente umana.
La corda
La corda era un  mezzo di coercizione, pure legittimato dalla giurisprudenza,  generalmente consistente nella corda: legate le braccia dietro la schiena, l'imputato, nudo, viene sollevato da terra dalla corda che scorre su una carrucola fissata al soffitto. Egli è tenuto in quella condizione per non più di mezz'ora, perché una durata superiore può comportare gravi conseguenze, dalle lesioni agli arti superiori fino al collasso cardiocircolatorio.
Annodamento
Vergine di Norimberga
Questo supplizio era applicato per lo più alle donne, accusate di stregoneria, e agli zingari. I lunghi capelli venivano avvolti intorno ad un palo che veniva ruotato velocemente da uomini robusti: il dolore era atroce e nella maggior parte dei casi veniva estirpato l’intero scalpo lasciando il cranio scoperto.
Vergine di Norimberga
La tortura consisteva nel costringere il condannato ad entrare in un armadio dalle sembianze umane sulle cui ante erano inserite delle lame affilate: quando l’armadio veniva chiuso le lame trapassavano da parte a parte il corpo del presunto colpevole che era costretto ad una lunga agonia prima di morire dissanguato
Impalamento
E’ una delle forme più antiche di tortura. Veniva attuata per mezzo di un palo aguzzo che veniva inserito nel retto della persone e lo si forzava al fine di farlo penetrare per tutto il corpo e farlo uscire dalla bocca o dal cranio. E’ sicuramente uno dei metodi più orribili di tortura.
Nel XV secolo ci sono inoltre due avvenimenti che cambiano la storia e  i costumi: la caduta dell’impero romano d’ Oriente, nel 1453 cade Costantinopoli conquistata dai turchi, che non si fermano lì, ma arrivano in Grecia, nei Balcani, nell’attuale Bosnia e proseguono la marcia; la grande paura del turco e dei musulmani in generale influenzerà molto anche la reazione con la persecuzione dei Mori soprattutto in  Spagna, sia a livello militare con la riconquista, sia con l’Inquisizione spagnola che si scatenerà anche contro gli Ebrei.
L’altro avvenimento importante avviene nel 1492 e modifica la storia dell’umanità: la scoperta dell’America, nuove economie, nuovi alimenti e nuovi popoli che noi, da bravi cristiani, distruggeremo con le malattie, con la religione, con l’inquisizione, e la schiavitù e infine ammazzandoli tutti.
Nel 1517 Martin Lutero emanò  le sue tesi contro le indulgenze papali, scatenando la reazione della chiesa cattolica. Il pontefice gli scrisse, chiedendogli di ritrattare le sue idee. Lutero, come gesto di rifiuto, bruciò pubblicamente la bolla papale.  Lutero fu condannato a morte dall’Inquisizione ma fu salvato per l'intervento di un suo amico principe. Ciononostante, cominciò a girovagare per la Germania con lo scopo di diffondere la sua dottrina, che venne ben accolta sia dai nobili sia dalle persone più umili.  E perciò si diffuse rapidamente in Germania e in tutta l’Europa del nord.  La Chiesa rispose con il Concilio di Trento e l controriforma sulla quale non sto qui a  parlare perché sarebbe troppo lunga, ma  accenno a Ignazio di Loyola, spagnolo (1491. 1556, il fondatore di altro importante ordine religioso, I Gesuiti, o meglio la Compagnia di Gesù. allo scopo di eseguire lavoro missionario e di ospitalità a Gerusalemme o andare incondizionatamente in qualsiasi luogo il Papa avesse ordinato loro, come veri soldati.
L’Inquisizione si dava da fare anche nel XVI e XVII secolo:  tra le vittime illustri  ricordo Galileo Galilei (1564- 1642), considerato il padre della scienza moderna, ricordiamo il perfezionamento del telescopio.
Fu accusato di eresia per il suo ruolo nella rivoluzione astronomica e il suo sostegno al sistema eliocentrico e alla teoria copernicana, Che significa?
Fino ad allora si riteneva, sulla base delle indicazioni di Aristotele, che la terra fosse al centro dell’universo, concezione condivisa e approvata dalla Chiesa cattolica,  La rivoluzione copernicana, da Copernico un astronomo dell’epoca, e da Galilei scopri invece come oggi sappiamo che la terra, egli altri pianeti, girano tutti introno al Sole che sta al centro . Sospettato di eresia e accusato di voler sovvertire le sacre scritture, Galileo fu  condannato dal l’Inquisizione e costretto all’abiura delle sue concezioni astronomiche e al confino nella propria casa di Arcetri in Toscana. Pensate che solo 359 anni dopo, quindi pochi anni fa, nel 1992, papa Giovanni Paolo II, ha dichiarato riconosciuti "gli errori commessi"dal Sant’Uffizio, e ha riabilitato Galilei.
Castel S. Angelo
Tra il XV e XVI secolo appare più chiaramente, per le persone che vi saranno rinchiuse, la funzione di prigione di un castello romano, Castel S. Angelo, che mai comunque aveva smesso di ospitare personaggi accusati di qualche reato. Il castello è molto antico, fu Iniziato dall'imperatore Adriano nel 125 d. C. che voleva farne il suo mausoleo funebre, ma fu ultimato dal successore Antonio Pio nel 139. Venne costruito di fronte al Campo Marzio, al quale fu unito da un ponte appositamente costruito: Il mausoleo era composto da una base cubica, rivestita in marmo con fregi decorativi. Naturalmente il castello è stato radicalmente modificato più volte in epoca medioevale e rinascimentale situato sulla sponda destra del Tevere, a poca distanza del Vaticano. Il nome S. Angelo è recente, risale agli anni l 1667/ 1669; l papa Clemente IX fece collocare dieci angeli in marmo sul Ponte Elio, che anche cambiò nome in ponte  Sant'Angelo. Nell'Ottocento il castello venne utilizzato esclusivamente come carcere politico, chiamato con il nome di Forte Sant'Angelo.  All'interno del Castello, numerosi sono gli ambienti destinati al carcere, ancora oggi visitabili. nella cella più malfamata e tetra Il condannato vi veniva calato dall'alto e a malapena aveva spazio per sistemarsi mezzo piegato, non potendo stare né in piedi, né sdraiato. C’erano, in un’altra ala,  le celle riservate ai personaggi di riguardo. Qui tra il 1538e il 1539 fu detenuto Benvenuto Cellini, famoso scultore.  Egli riuscì ad evadere una sera di festa al castello calandosi dall'alto del muro di cinta con la classica corda fatta con le lenzuola.  Nella caduta si ruppe una gamba ma riuscì ugualmente a raggiungere la casa del cardinale Cornaro, suo amico. Catturato nuovamente, fu ricondotto a Castel Sant'Angelo e rinchiuso nelle “segrete”: celle, a prova di evasione. Nel castello fu detenuto anche, nel 1789,  il celebre avventuriero Giuseppe Balsamo, detto conte di Cagliostro. Ma era in una cella di lusso destinata a detenuti di riguardo.[
Giordano Bruno
Nelle celle di Castel Sant'Angelo vennero tenuti prigionieri, tra gli altri, Beatrice Cenci, condannata a morte per aver ammazzato il padre dal quale aveva subito violenze e abusi, nonostante la giovanissima età e le attenuanti, e Giordano Bruno, il domenicano filosofo poi bruciato sul rogo nel 1600 in Campo dei Fiori a Roma, oltre ai patrioti italiani durante il Risorgimento. 

  
 
 


 

 

 

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