La città di Castellammare
( di Stabia) reca già nel nome l'esistenza, o il ricordo, di un
castello posto sul mare, edificato a Stabia, antica città della costa campana,
a sud di Pompei, tra i monti Lattari e il fiume Sarno. La favorevole posizione
sul mare, una zona ricca di acque e di
fertili pianure di origine vulcanica, favorirono i primi insediamenti già
dall'VIII secolo a.C. da parte di Sanniti, popolazione indigena, poi Etruschi e Greci, e quindi Romani.
Il nome di Stabiae
fu dato dai Romani, che presero quel villaggio a picco sul mare, nel 340 a .C. L' abitato fu fortificato e probabilmente per difendersi
da incursioni nemiche, furono costruite Torri di guardia sul mare.
Da allora Stabiae, come
accadde per quasi tutte le città della costa campana, costituì un luogo di
villeggiatura per i ricchi patrizi romani che costruirono le loro ville. Non
erano più necessarie torri o castra, nel mare nostrum non c'erano più nemici e lì vicino, a
poche miglia, a Miseno, c'era la base navale della flotta del Tirreno. L'eruzione del 79 d.C., che distrusse Pompei ed Ercolano colpi anche Stabiae, ma secondo gli storici, non ci fu un gran numero di vittime, poichè essendo un luogo di villeggiatura, era poco abitata.
I superstiti, cessata l'eruzione e passata la paura, in attesa degli aiuti statali - anche all'epoca veniva nominato un commissario del Senato per l'accertamento dei danni e per le ricostruzione..., non sembra cambiato molto anche oggi.. - tornarono a recuperare cio che restava delle loro case, e iniziarono a ricostruire un nuovo insediamento lungo la costa.
Questa, nei periodi successivi, non era più sicura come una volta, poichè il Mediterraneo nel corso del tempo, non era più un lago romano. La decadenza dell'Impero e le invasioni barbariche portarono altri dominatori, i Goti, i Bizantini, i pirati Saraceni e i Normanni.
Quel che restava di Stabia fece parte del Ducato di Sorrento, che nel VII secolo faceva parte del Ducato di Napoli e successivamente, nell'800, si rese competamente autonomo. Sorrento ebbe molti nemici, dai Longobardi di Benevento ai Saraceni, da Amalfi a Napoli.
Per difendersi, intorno all'anno 1000, fu costruito, su un'altura di circa
Secondo l'ipotesi più realistica si ritiene che, a parte la possibile modifica della linea di costa, il castello era munito di una cinta muraria che, partendo dal complesso centrale, scendeva giù per la collina fino al mare, dove terminava con una torre di avvistamento. In questo punto il mare incontrava il castello e da qui il nome di Castello a mare.
Con la conquista normanna, Castellammare, e tutta l'area sorrentina entrarono a far parte del Regno di Sicilia. Il castello fu in seguito riparato per ordine di Federico II, e più avanti ristrutturato dagli Angioini conservando sempre la sua funzione difensiva. Anche Castellammare faceva parte del sistema difensivo a guardia del golfo e della capitale del regno, sia a nord con i castelli di Baia e delle isole maggiori, sia a sud e poi, come vedremo, quelli di Napoli stessa.
Successivamente il regno passò sotto il controllo degli Aragonesi, che non fecero altro, per tutti i sessanta anni del loro regno, che difendersi da attacchi continui. Essi perciò ristrutturarono e, come avevano già fatto altrove, rinforzarono anche il castello a mare di Stabia, con possenti muri di cinta. Era l'epoca di grandi trasformazioni in campo militare, apparivano le prime armi da fuoco e i cannoni.
Il castello conservò la sua potenza per tutto il periodo del viceregno spagnolo, ma nel XVIII secolo cominciò il suo lento declino. Con i Borbone il castello non ebbe più alcuna funzione, mentre la città diventò una delle più floride del regno, soprattutto con la creazione dei Cantieri navali e anche con la scoperta di antichi resti romani di Stabiae e delle Terme.
Con l'unità, l'area si riempì di industrie tra cui conservifici, cartiere, pastifici, cantieri metallurgici e diverse industrie meccaniche e tessili. La denominazione ufficiale di Castellammare avvenne con regio decreto nel 1863.
E il castello? Abbandonato a se stesso e privato di ogni minimo intervento di manutenzione, era ridotto a un rudere. Restava il piedi, in parte, la Torre sul mare.
Il Demanio, ai primi del XX secolo, lo vendette a privati - come era accaduto nello stesso periodo al castello di Ischia - e quindi restaurato e ristrutturato come abitazione privata. Oggi è visibile solo all'esterno sulla via panoramica e non è visitabile.
La Torre fu distrutta nell'ultimo dopoguerra, quando lì vicino si insediò uno stabilimento calce e cementi che sfruttava le rocce calcaree prelevate dalla montagna adiacente.
Nessun commento:
Posta un commento