sabato 12 luglio 2014

Maria Sofia Wittelsbach Una vita difficile


                                     
                                                       





                                                               Maria Sofia Wittelsbach
                                                                    Una vita difficile
                                                                    IV parte

 

Prima di proseguire credo sia opportuno  una breve conoscenza della famiglia bavarese di Maria Sofia, un approfondimento anche se superficiale delle vicende familiari.   

Il duca Max, padre di Sofia, che come abbiamo visto era un tipo abbastanza singolare, lasciava grande libertà ai figli, sia maschi sia femmine, insegnava loro a cavalcare, a nuotare a sparare, a suonare, ad amare gli animali e a rispettarli-. Nel cortile del suo palazzo neoclassico di Monaco, aveva fatto  anche erigere un piccolo circo in cui amava far esibire figli e figlie in spericolati giochi equestri, e un Caffé nel quale radunava poeti e pittori spiantati. Egli stesso amava scrivere poesie e commedie, che pubblicava in imponenti raccolte sotto lo pseudonimo di “Phantasus”, e suonare la cetra, strumento per il quale ebbe una vera e propria predilezione e compose numerose melodie.   I progetti matrimoniali per i figli e le figlie furono lasciati all'ambiziosa moglie Ludovica e a re Massimiliano II di Baviera a cui, come capo famiglia, spettava l'ultima parola a riguardo.
Ludovica di Baviera
Era La signora duchessa Ludovica, che invece, appartenendo alla famiglia reale bavarese, si occupava soprattutto di organizzare matrimoni idonei per  tutti i figli. Come già abbiamo visto aveva piazzato bene Sissi e Spatz, cioè Elisabetta e Sofia. Ma chi era Ludovica?
Ludovica Guglielmina di Baviera era nata a Monaco il 30 agosto 1808, la quinta figlia del re Massimiliano I di Baviera e della seconda moglie, Carolina di Baden. Una delle sorelle maggiore di Ludovica, Sofia sposò l' arciduca Francesco Carlo d’Austria, e diventerà la madre di Francesco Giuseppe.
Una curiosità relativa a questa Sofia. Era nata a Monaco nel 1805, poteva diventare imperatrice d’Austria nel 1848 ma convinse  il marito a rinunziare al trono a favore del Francesco Giuseppe. In gioventù, nel 1824, prima di sposarsi o nello stesso periodo, conobbe a Vienna il figlio di Napoleone Bonaparte,  Napoleone Francesco o Napoleone II, o come ormai lo chiamavano a Vienna, semplicemente Franz.Era nato a Parigi il 20 marzo 1811 da Napoleone imperatore dei Francesi e Maria Luisa d’Asburgo, figlia di Francesco I imperatore d’Austria. Dopo la sconfitta del padre a Waterloo, era andato con la madre a Vienna e lì avevano fatto tutto per fargli dimenticare chi era, in sostanza era prigioniero nel palazzo di Schonbrunn.
Dice Francesca Sanvitale in “Il figlio dell’impero”: “Sofia è la casalinga consolazione, le sue visite rappresentano un soffio di vitalità e di energia. I momenti passati con lei sono diversi dagli altri. Sofia è l’eccezione della Corte…...”. Abbandonato dalla madre, considerato anche come figlio illegittimo, nominato per pura formalità duca di Reichstadt, privato dei ricordi, della lingua madre e perfino del nome, spiato e sorvegliato,  ammalato di tisi, morirà triste nel 1832, a 21 anni.
Tornando a Ludovica, ella  fu data in sposa a Max,  duca in Baviera, cugino in quanto appartenente a un ramo collaterale della famiglia, il 9 settembre 1828.  Nei primi anni di matrimonio, la coppia viaggiò molto, soprattutto in Svizzera e Italia. Nel 1834 duca Max acquistò come residenza estiva per la sua famiglia in crescita, il castello di Possenhofen sul lago di Stamberg. A Monaco, invece, la famiglia viveva nella Herzog-Max Palais, costruito nel 1830. Le principali occupazioni di Ludovica, erano la direzione della casa e alla cura dei numerosi figli.
Di Elisabetta abbiamo già detto. Era innamorata del marito e ne era ricambiata, ma, appena giunta a Vienna, dovette accorgersi subito delle difficoltà che l'attendevano. Nata e cresciuta in una famiglia nobile ma di costumi semplici ed educata con la massima libertà, si trovò al centro della rigida corte asburgica, ancora legata a un severo "cerimoniale spagnolo", cui inizialmente la giovane imperatrice dovette sottostare.
Il 5 marzo 1855 partorì la sua prima figlia, chiamata Sofia, come la nonna. Questa si occupò personalmente della bimba, alla quale fu legatissima. Le stanze della bambina furono allestite accanto alle sue e fu lei a scegliere l'educatrice e la bambinaia. La cosa non piacque affatto a Sissi, ma non poteva far molto per cambiare le cose. E già poco più di un anno dopo, il 12 luglio 1856, Elisabetta partorì un'altra bambina, Gisella.
Con queste premesse, la crisi era in agguato. Privata dei suoi affetti e delle sue abitudini, Elisabetta cadde presto malata, accusando per molti mesi una tosse continua e stati di ansia. Il 21 agosto 1858  nacque l'arciduca Rodolfo, principe ereditario dell'Impero d'Austria, ma il parto portò gravi conseguenze alla madre, che oltre a febbre che andava e veniva, cadde in depressione. Iniziò a viaggiare e ad allontanarsi sempre più da Vienna, dove tuttavia doveva di tanto in tanto tornare.
Ma cosa accadde alla sorella maggiore Elena?, Ricordiamo che era la primogenita, quella che era stata rifiutata da Francesco Giuseppe a favore di Sissi.
 Elena  (a lato) era delusa e afflitta, si era sentita rifiutata dall'uno, Francesco Giuseppe,  e tradita dalla sorella. Era arrivata a 22 anni, a quella età si era quasi considerate una vecchia zitella e le speranze di trovarle marito si riducevano con il passare del tempo. La madre Ludovica però si mise in azione per cercarle un buon partito prima che fosse troppo tardi. Puntò su Massimiliano Antonio principe ereditario di Turn und Taxis. A Trieste questo nome fa sicuramente venire in mente qualcosa o qualcuno, i Signori di Duino, che appartengono a un ramo italiano della famiglia. Il casato proveniva da una famiglia nobile lombarda e aveva trovato la sua fortuna quando Massimiliano I° d’Asburgo li ammise nella nobiltà di diritto ereditario dell'impero. Nel 1615 un Taxis venne nominato maestro della posta imperiale; un incarico che dopo divenne ereditario. La duchessa Ludovica, madre di Elena, progettò, come aveva già fatto con Francesco Giuseppe, di far incontrare i due giovani a Possenhofen, la residenza estiva della famiglia e stavolta il suo piano riuscì. Massimiliano non era bello ma colto, e apprezzò le virtù interiori della ragazza. I genitori di Massimiliano, allettati dalla prospettiva di imparentarsi con l'imperatore, furono d'accordo per il matrimonio.  Le nozze vennero celebrate nella stessa località il 24 agosto 1858.  Si trasferirono poi a  Ratisbona, luogo di residenza dei Turn e Taxis..
Sembra che il matrimonio fu felice: dalla coppia nacquero 4 figli, due femmine e due maschi. L’unico problema era dovuto allo stato di salute del principe Massimiliano Antonio che soffriva di una malattia renale cronica. Né un ciclo di trattamento a Karlsbad, né i migliori medici poterono salvarlo. Massimiliano morì nel 1867 a soli 36 anni. Grande fu il dolore di Elena che, andata in depressione, assisteva ogni giorno ad una messa celebrata davanti la tomba del marito. Passò molto tempo prima che riuscisse a ritrovare la serenità.
Elena acquistò il castello Tutzing, sulle rive del lago Starnberg, per poter stare vicino alla famiglia che soggiornava a Possenhofen. Con la morte del marito e del suocero subito dopo, la famiglia Thurn und Taxis era in balia degli eventi: il ministro prussiano Bismarck aveva privato la famiglia del monopolio del servizio postale in Germania. Elena doveva quindi riuscire a gestire gli affari economici della famiglia almeno fino alla maggiore età dei figli.  Viaggiava spesso per l'Europa, come del resto facevano Elisabetta e Maria Sofia, ma facendo sempre ritorno a casa per dover badare agli affari. Diventò nonna, ma la figlia Elena, a causa del parto danneggiò ulteriormente la sua salute malferma e morì a soli 21 anni. Elena cercò conforto, ancora una volta, nella fede ma quando pochi anni dopo morì anche il figlio Massimiliano, la disperazione si tramutò quasi in pazzia e in un allontanamento dal resto del mondo. Il secondo figlio maschio, Alberto, nonostante la giovane età, diede impressione alla madre di essere un buon principe pertanto ritrovò maggiore serenità.
 Matilde Ludovica,  nata nel 1843, anche lei al solito Possenhofen, dove trascorse gran parte dell'infanzia insieme ai suoi fratelli e alle sue sorelle, crescendo in quel clima libero e disteso, lontano dal cerimoniale della corte bavarese.
Le sorelle Elisabetta e Maria Sofia, diventata regina delle due Sicilie nel 1859, presero il posto della madre e organizzarono il matrimonio di Matilde con Luigi di Borbone, il conte di Trani, fratello del re Francesco II° di Borbone. Luigi era fratellastro di Francesco, perchè figlio della seconda moglie, Maria Teresa d’Austria, di Ferdinando II° di Borbone. Era nato a Napoli nel 1838, aveva un carattere allegro e vivace e insieme ai fratelli Alfonso e Gaetano, vivacizzavano un poco l’austera corte napoletana. Si disse ce la madre voleva metterlo sul trono al posto dell’erede legittimo Francesco, ma il complotto fu scoperto.
Ritiratasi la famiglia reale da Napoli nel 1860, per l’avanzata di Garibaldi, Luigi combattè con coraggio in prima linea al fianco di Francesco e Alfonso nella battaglia del Volturno contro garibaldini e piemontesi.  Come sappiamo e come vedremo si batté anche sugli spalti di Gaeta e, alla resa,  a febbraio 1861, Luigi con i fratello re e tutta la corte si trasferirono a  Roma.  Malgrado la fine del regno, il 5 giugno 1861, a Monaco di Baviera, Luigi sposò la fidanzata, Matilde Wittelsbach. L'unione con Matilde non fu però molto felice: ebbero una figlia, che già dall'infanzia soffriva di sclerosi multipla, malattia che la portò poi alla morte. Matilde, per consolarsi, ebbe alcuni amanti, il più noto dei quali fu Bermudez de Castro, ambasciatore spagnolo presso il regno delle due Sicilie.
Luigi, esule, senza più uno scopo nella vita o una propria identità, iniziò a bere, a frequentare bordelli e a condurre una vita di stravizi che gli procurarono molti debiti. Con la mente annebbiata dall'alcool e con la consapevolezza dell'inutilità della sua vita, decise di farla finita gettandosi nel lago di Zugo, presso Zurigo, nel 1878. 
Con la vita che conduceva e come accadeva ad altri membri della sua famiglia, Matilde soffriva episodicamente di crisi depressive. La vita di Matilde era in fondo quella comune di tanti nobili senza un incarico ben preciso: viaggiava, si recava in località termali o dai genitori e parenti. Sua compagna di viaggio era Maria Sofia, esiliata come lei, con la quale viveva, condividendo i pochi risparmi e i pochi soldi rimasti. Tra il 1923 e il 1924 Matilde ebbe un incidente e il ricovero in clinica. Qui le venne applicato un apparecchio e fu sottoposta ad esercizi riabilitativi per le gambe. Matilde fu l'ultima, tra tutti i fratelli, a morire, pochi mesi dopo la morte di Sofia, nel 1925.
Anche Sofia Carlotta nacque, nel 1847, a Possenhofen, nona di dieci figli partecipò alla vita e alla educazione  libera di tutti i fratelli e sorelle. Sofia Carlotta suonava il piano e cantava molto bene, La sua bellezza era quasi pari quella della sorella imperatrice, per questo vantava numerosi pretendenti. Anche il cugino, re Ludwig II  iniziò a farle la corte: le mandava enormi mazzi di fiori e lettere e l'andava a trovare con il suo battello.
 Ludwig II era considerato un individuo eccentrico, si dice che fosse omosessuale, dava segni di squilibrio mentale, ma lo fidanzarono ufficialmente con la cugina, per dare un erede al trono e sembrò all’inizio che vi fossero subito le premesse per un matrimonio felice e vantaggioso per entrambi. Passava il tempo però e Luigi non si decideva a fissare una data per il matrimonio. Delusa dall'attesa, Sofia Carlotta si infatuò per un fotografo Edgar Hanfstaengl. Con l'aiuto della sua dama di compagnia, Sofia riusciva a incontrarsi segretamente con lui. La tresca non fu mai scoperta dal fidanzato.
Trascorso un bel po’ di tempo, a ottobre 1867, Luigi scrisse un'affettuosa lettera alla cugina per poter sciogliere il fidanzamento. Sofia Carlotta, pur ferita nell'orgoglio, ne fu  contenta, ritenendo  che il matrimonio con quell'uomo bizzarro non  sarebbe stato  molto felice.
I segni dello squilibrio mentale del sovrano lo accompagnarono per tutta la vita, la sua fine è misteriosa, era veramente folle o solo un eccentrico, come sostenne la cugina Elisabetta, o si trattò di un complotto?  Fatto sta che, nel 1886, fu dichiarato malato di mente, incapace di governare e deposto dal trono. Qualche giorno dopo la deposizione, il 13 di giugno 1886, Ludwig chiese di poter fare una passeggiata con il suo medico, il dottor Gudden. Questi accettò l’invito e disse alle guardie di sicurezza del re di non seguirli. Non tornarono più, i loro corpi furono ritrovati a mezzanotte nel lago di Starnberg. La morte fu classificata come suicidio, ma sono state fatte anche altre ipotesi come quella di un assassinio.
La più delusa di non vedere la figlia sul trono di Baviera fu la solita Ludovica, la madre di Carlotta.Ma non per questo si fermò, il suo scopo nella vita era quello di sistemare al più presto le figlie e i figli con buoni accoppiamenti, anche se non regali. Ludovica  scelse perciò un nuovo pretendente per Sofia, Ferdinando d’Orleans (1844-1910)), duca d’ Alencon, nipote di luigi Filippo, ex re di Francia: il matrimonio fu celebrato nel 1868 nel solito posto della famiglia Wittelsbach, cioè Possenhofen.
Il primo periodo di matrimonio trascorse felicemente, Sofia Carlotta, come tutte le sorelle, era un'esperta amazzone e si divertiva ad andare a caccia cacciare. Tuttavia, come tutte le sorelle, bastò poco, un cambiamento di clima, per farla cadere in uno stato di profonda depressione. Non guarì neanche quando il 19 luglio 1869 diede alla luce la figlia Luisa Vittoria.
La coppia si recò in visita a Palermo, al palazzo d’Orleans, dove Sofia sembrò riacquistare il buonumore, ma essendo i duchi d'Alençon appartenenti alla casata dei Borbone, il popolo siciliano non gradì la loro presenza. La partenza improvvisa aggravò di nuovo lo stato mentale di Sofia. Si recarono allora a Roma, ospiti della sorella, regina Maria Sofia, in esilio a Roma. Successivamente soggiornarono a Merano, dove nacque l'atteso figlio maschio. Malgrado i tentativi del marito di farla soggiornare in posti il più possibile accoglienti, i continui viaggi crearono soltanto un peggioramento.
In Austria, Carlotta si innamorò del dottor Glaser di Graz, ce era sposato. Quando la moglie  lo venne a sapere, i due fuggirono insieme a Merano, ma vennero scoperti e divisi per sempre.
Carlotta venne rinchiusa, per un periodo, nella clinica per malattie nervose del dottor Krafft-Ebing di Graz, psichiatra e neurologo,. che all’epoca era diventato famoso soprattutto per la sua operaPsycopathia sexualis”, pubblicata in tedesco nel 1886.
Apparentemente guarita, uscita dalla clinica, Carlotta  decise che si sarebbe dedicata a iniziative di carità. Si accostò alla religione con grande fervore, entrando nel terzo ordine delle domenicane con il nome di Suor Maria Maddalena.
Era il 1897, ai primi di maggio, si svolse a Parigi una fiera di beneficenza organizzata dalle domenicane presso un edificio industriale che si adattava all'allestimento degli stand. Erano stati invitati anche i fratelli  Auguste e Louis Lumière, gli inventori del cinema, che esposero il loro  materiale usato per le pellicole, che  era altamente infiammabile. Dal nulla, non si sa perché,  infatti iniziarono a divampare le fiamme. Sofia Carlotta, mentre tutti scappavano presi dal panico, si preoccupò invece di salvare le ragazze che erano con lei dietro il bancone. Soltanto quando ebbe salvata l'ultima, decise di correre via. Ma le fiamme furono più veloci di lei. Tra i tanti morti carbonizzati, fu difficilissimo poter riconoscere la duchessa, che fu identificata solo grazie alla dentatura.

I fratelli

Ludwig Guglielmo  era nato a Monaco il 21 giugno 1831, era il figlio primogenito. Era alto, snello e affascinante, gli piaceva frequentare gli ambienti del teatro, passando molto tempo in quel mondo che all’epoca era considerato poco raccomandabile e non idoneo alla nobiltà. In quell’ambiente Ludwig conobbe e si innamorò di una attrice, Henriette Mendel, ma non si sposarono. Luigi,  per sposare l'attrice doveva rinunziare al diritto di primogenitura. Intanto nel 1858 gli diede la prima figlia: Maria Luisa, sulla quale bisogna dire due parole perchè  ebbe un suo ruolo nella vicenda di Mayerling. Maria Luisa,  era nipote di Sissi, essendo figlia del fratello, ed  ebbe modo di stringere amicizia con la baronessa Elena Vetsera e con la figlia Maria. Come si sa tra questa e  Rodolfo, figlio di Sissi, c’era una storia d’amore. Maria Luisa divenne l'intermediaria tra i due e favorì e coprì i loro incontri segreti. Era la stessa Maria Luisa infatti ad accompagnare la giovane amica agli incontri col principe. E l'accompagnò anche il 28 gennaio 1889 prima della fuga per Mayerling: qui i due amanti, nel casino di caccia, furono ritrovati morti suicidi. A Maria Luisa, rea di aver favorito il rapporto tra i due, fu vietato di partecipare al funerale di Rodolfo e fu allontanata dalla corte di Vienna.
Il 9 maggio 1859  Ludwig e Henriette ebbero un altro figlio, Carlo Emanuele. A quel punto per legittimare i figli il matrimonio si imponeva. Il re Massimiliano  I, cugino di Ludwig, concesse a Henriette  il titolo di baronessa di Wallersee, e quindi il l matrimonio si celebrò il 19 maggio 1859. Ludwig era ufficiale nel IV reggimento cavalleggeri Konig ad Augusta. Nel 1891, Heriette morì. Un anno dopo Ludovico sposò Antonie Barth, scelta sempre nell’ambito teatrale, era infatti un'allieva del balletto dell'Hoftheater, lui aveva sessantun anni e la sposa ventuno. Morì a Monaco il 6 novembre 1920.
L’altro fratello era Carlo Teodoro, (a fianco) nato , come le sorelle, a Possenhofen il 9 agosto 1839.  Come tutti crebbe in una condizione di notevole libertà, rispetto alla rigida educazione di solito imposta ai giovani membri delle famiglie nobiliari. Nel 1857 iniziò la carriera militare, come tradizione per un membro della casa Wittelsbach. Alloggiò nei dormitori comuni come soldato semplice. Divenne poi capitano di cavalleria e comandante di uno squadrone di corazzieri. Nel 1866 prese parte alla guerra tra Austria,  Prussia e Italia( che in Italia è conosciuta come terza guerra di indipendenza).
Dopo che il fratello Ludwig, per sposare,come abbiamo visto, l’ attrice Henriette Mendel, aveva rinunciato al suo diritto alla primogenitura, tali diritti si trasferirono a Carlo Teodoro, che ne ricevette notevoli benefici finanziari.
Tanto per non cambiare anche Carlo nel 1865 sposò una cugina di primo grado, la principessa Sofia di Sassonia, (anche i nomi si ripetono), figlia del re Giovanni e di Amalia, sorella di Ludovica, la madre di Carlo. La moglie Sofia, a 22 anni, nel 1867, moriva lasciando una figlia. la sua morte moglie produsse in Carlo Teodoro un profondo turbamento interiore. L'aver assistito, impotente, alla morte di Sofia gli suggerì la carriera medica. La famiglia si oppose ad una tale decisione in quanto non era degno per un principe avere un lavoro. Incoraggiato dai professori universitari, riuscì a conseguire la laurea in medicina nel 1874. Due anni dopo si sposò, finalmente non con una parente, ma con Maria Josè di Braganza, figlia di Michele di Portogallo, che aveva conosciuto mentre era ospite della sorella Maria Sofia e del cognato Francesco II delle due Sicilie. Carlo morì a Kreuth il 30 novembre 1909.
E veniamo all’ultimo dei fratelli e sorelle, il più giovane, Massimiliano Emanuele, nato questa volta a Monaco nel 1849, il 7 dicembre. Da come appare nelle fotografie dell’epoca, era il più somigliante alle sorelle. Visse anche lui, come i fratelli e sorelle, un'infanzia di notevole libertà a Possenhofen, dimora estiva della famiglia, al quale tutti,da adulti, restarono sempre molto legati. Anche Max si diede alla carriera militare, come da consuetudini della nobiltà bavarese. Egli si innamorò non di una cugina per fortuna, ma della principessa Amalia Di Sassonia Coburgo. La principessa era però fidanzata con il principe bavarese Leopoldo.
Qui inizia un racconto da  commedia in costume, un intreccio  da filmetto rosa o da operetta. Perché di  questo Leopoldo, era innamorata l'arciduchessa Gisella, la figlia di Elisabetta,  la sorella di Massimiliano,l’imperatrice. E fu proprio Elisabetta, con i suoi interventi personali sulle coppie, mischiando le carte, facendo incontrare i vari protagonisti.  a risolvere il problema: cosicché, poco tempo dopo, riuscì a far fidanzare Gisella con Leopoldo e Massimiliano con Amalia. Organizzò poi lei stessa il matrimonio del fratello.
 Il matrimonio fu felice ma Massimiliano morì nel 1893 a soli 42 anni. Amalia lo compianse molto e lo seguì nella tomba un anno dopo.
Nel racconto degli avvenimenti familiari, ritroviamo alcune parole ricorrenti:
Prima di tutto i nomi delle persone, sono quasi sempre gli stessi, a cominciare proprio da Sofia. Sofia la mdre di Francesco Giuseppe, Sofia non una ma due nipoti, Maria Sofia e Sofia Carlotta, Ludwig, al maschile al femminile, e poi Max, Massimiliano.
“libertà” riferito alla educazione ricevuta da fratelli e sorelle, che ne condizioneranno la vita e gli atteggiamenti
“Cugini” di primo grado soprattutto da parte di madre, le varie sorelle che fanno sposare i loro figli tra loro.
 “ Matrimonio” è un ‘altra parola ricorrente, in un guazzabuglio di matrimoni combinati, difficilmente si trova un matrimonio per amore, se si eccettua uno solo, quello di Sissi con Francesco Giuseppe e quello dei fratelli, mentre le donne della famiglia sono tutte votate alla disperazione e alla depressione
L a parola fondamentale che segna tutto il destino della famiglia poi è “ DEPRESSIONE “, che prende quasi tutti,  soprattutto le sorelle,.
Una certa stravaganza o comunque comportamenti fuori dalle righe o da quelle che erano considerate le giuste regole  o la normalità, considerato l’ambiente e la rigidità dei cerimoniali delle Corti europee, erano di casa  nella famiglia Wittelsbach: il re LUDWIG II era definito benevolmente “eccentrico”. La depressione di tutti i figli di Ludovica e di altri esponenti della famiglia sembra, invece, essere ereditaria, e, si dice,  i numerosi matrimoni non solo tra consanguinei ma combinati con sconosciuti spesso sgradevoli, ne aumentarono l'incidenza. Le ragazze soprattutto sognavano l’amore romantico, il principe azzurro, non dimentichiamo che siamo in pieno Romanticismo.  
L’unica che non soffrì la depressione come tutta la famiglia, fu  proprio Maria Sofia, che invece appare decisa, battagliera, risoluta, determinata energica pur nelle avversità che dovette affrontare.

 

 

 

 

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