lunedì 23 ottobre 2017

Ponte della Sanità

Ponti di Napoli
Ponte della Sanità

Oggi il rione Sanità, conosciuto anche come Vergini, e,  sulle carte comunali,  come quartiere Stella, è più tristemente noto per fatti di sangue, delinquenza, camorra, e al contrario, anche per le iniziative anticamorra.
Non era così una volta: l’area, situata fuori dalle mura settentrionali della città, era boscosa e selvaggia e piena di sorgenti.  Le acque, anche  piovane, scendevano verso il vallone che oggi è via Foria e alimentavano con altre acque provenienti dalle colline vicine il fiume che qualcuno chiama Sebeto, altri Rubeolo, altri Clanis.
In tempi antichissimi, la zona era utilizzata per l'estrazione di tufo, adatto per l'edilizia, e anche per seppellire i morti e per cerimonie religiose, e fu chiamata prima Vergini e poi Sanità.
Vergini, sembra,  da Eunostidi,  adoratori di Eunostos,  un dio greco della temperanza e quindi della verginità, quindi sacerdoti votati alla castità, che si recavano extra moenia per adorarlo e fare funzioni religiose. Sul nome di Sanità ci sono due teorie: la prima ha pensato alla salubrità del luogo, mentre altri si riferivano invece a presunti miracoli avvenuti  per le preghiere rivolte ai morti di quei cimiteri.
In effetti, l‘ area fu destinata prima a necropoli pagana, poi a catacombe paleocristiane e infine, a cimitero cristiano.
Nella piazza del quartiere, nei sotterranei della grande chiesa barocca di S. Maria della Sanità,  si trovano le catacombe di S. Gaudioso ( nella foto ), seconde solo a quelle più note di S. Gennaro.
Più avanti, sulla salita che porta a Capodimonte, c'è il  cimitero delle Fontanelle, una grande cava tufacea, dove migliaia di teschi, ordinati e sistemati uno sull’altro in ordine quasi perfetto, sono visibili al pubblico.
Nel XIV secolo ebbe inizio il contenimento dei corsi d’acqua provenienti dalle colline, con opere fognarie e idrauliche, e la zona perciò divenne più agibile.
Si delineò così la strada che partiva dalla porta S. Gennaro, superava, con il  ponte delle Pigne, il largo detto delle Pigne (nome dovuto alla presenza di pini, oggi piazza Cavour), e saliva verso la collina di Capodimonte.
Nell' area iniziò prima la formazione di un piccolo borgo, poi ben presto si verificò una consistente urbanizzazione: giardini, orti, grandi proprietà fondiarie e grandi palazzi. La strada, alla fine del XVII sec., era diventata la principale via di comunicazione tra collina e città. Tutta la nobiltà, i vicerè e poi re Carlo e Ferdinando, per recarsi a Capodimonte, nelle loro riserve  e nei casini di caccia, dovevano passare di là.
Capodimonte Reggia
Il casino di caccia di Capodimonte, però, fu ben presto trasformato in palazzo circondato da un bellissimo parco, nel quale fu installata anche la fabbrica delle famose porcellane.
Fu trasformata in Residenza reale soltanto con i Re napoleonidi, Giuseppe Bonaparte prima e Gioacchino Murat, nei primi anni del XIX secolo.
Come Reggia, però, Capodimonte risultò troppo lontana dalla città.  Il percorso attraverso la Sanità cominciò ad essere poco funzionale al re e ai suoi ministri e pertanto sorse il problema di trovare un'altra strada. Ma dove e come? Architetti e urbanisti si misero all'opera e studiarono la zona e predisposero vari progetti.
Ponte Sanità
Fuori dal nucleo urbano oltre la porta di Costantinopoli, vicino al Palazzo degli Studi (oggi museo archeologico nazionale), c'erano sentieri che salivano, tra boschi incolti e campi alberati: uno andava verso l'Arenella e il Vomero, ( che veniva chiamato Infrascata  ( via Salvator Rosa) e un altro saliva ripido verso Capodimonte, ma ridiscendeva altrettanto rapidamente nel vallone della Sanità.  Da qui chi voleva raggiungere Capodimonte doveva prendere la vecchia strada.
Eppure la collina era lì, a due passi, cosa occorreva per superare il vallone della Sanità? Un ponte, un ponte che scavalcasse il vuoto  e si agganciasse direttamente alla collina. E' il classico caso di un ponte f necessario ad assicurare la “ continuità del corpo stradale ,,nell’attraversamento di … un profondo avvallamento del terreno”.
Il progetto prevedeva anche la costruzione di una nuova strada più grande del sentiero esistente, l'abbattimento di alcuni edifici, casupole e monasteri, e la costruzione del Ponte. Fu approvato e subito iniziarono i lavori. Era il 14 agosto 1807, mentre regnava a Napoli Giuseppe Bonaparte.
L'inaugurazione avvenne nel 1810 con Gioacchino Murat e la regina Carolina Bonaparte, alla strada  fu dato il nome di Corso Napoleone.
Dopo Waterloo e la sconfitta di Napoleone e dei suoi, nel 1815 a Napoli tornò Ferdinando di Borbone, che apprezzò il lavoro e cambiò solo il nome alla strada, che da allora fu divisa in due parti, la prima si chiamò strada Santa Teresa degli scalzi, dalla chiesa seicentesca   intitolata alla santa che sorgeva lungo la strada, e la seconda, dopo il ponte, strada nuova Capodimonte. Non c'è da meravigliarsi se uso il termine strada, perché all' epoca  e anche dopo, le vie erano dette strade e le piazze si chiamavano larghi.
Nel 1818 si rese necessario intervenire per modificare il tracciato della strada rendendolo  più piano perché in alcuni punti era troppo alto, rispetto anche alle vie laterali, da creare una discesa abbastanza scomoda fino al ponte.
Il ponte, più di 100 metri di lunghezza e sei  arcate a tutto sesto di uguali dimensioni, alcune delle quali, però, nascoste dalle costruzioni che si ammassano  di fianco e sotto.
Dal ponte è possibile vedere la splendida cupola maiolicata della chiesa di S .Maria della Sanità, oltre che una visuale di tutto il quartiere.
Nel 1937 fu installato sul ponte un ascensore per salire e scendere nel quartiere sottostante, ancora oggi  funzionante e aperto al pubblico.
Su richiesta della popolazione del quartiere, nel 2011 il ponte è stato intitolato a Maddalena Cerasuolo, napoletana di quel  quartiere, partigiana nell'ultima guerra, partecipò attivamente alla cacciata dei tedeschi da Napoli nella insurrezione delle  quattro giornate che provocò la liberazione della città dalle truppe tedesche e prese parte attiva alla battaglia per la difesa del ponte che i guastatori tedeschi volevano far saltare. Fu insignita della medaglia di bronzo al valor militare.






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