Racconti di Storia presso Università della terza età
" Danilo Dobrina" di Trieste
" Danilo Dobrina" di Trieste
Il territorio meridionale della penisola italiana, dall’Abruzzo
e dal basso Lazio fino alla Sicilia, fu costituito in regno unico da Ruggero
II, nel 1139 e così restò, salvo brevissimi periodi, fino al 1860. Il regno fu
nel corso dei secoli governato e conteso da tedeschi, francesi, spagnoli e
perfino dal Papa, fino ad arrivare alla definitiva scomparsa.

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Carlo |
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Maria Amalia |

Prima parte

In Baviera
La Baviera è una piccola regione tedesca, oggi uno degli Stati federali della Germania, al confine con l’Austria, che ha come capitale Monaco; anticamente era un ducato e fu governata, dal 1180, dalla famiglia Wittelsbach, con il duca Ottone, messa lì dall’imperatore Federico Barbarossa. All’epoca della riforma luterana, la Baviera divenne la roccaforte del mondo cattolico oltre le Alpi. Il duca Massimiliano capeggiò la lega cattolica tedesca in una guerra contro i protestanti che durò per 30 anni, dal 1618 fino al 1648, tra alterne vicende. Dal 1632, i Wittelsbach erano stati nominati principi elettori e come tali poterono fare politica a livello europeo. Dal 1810, con la fine del sacro romano impero decretata da Napoleone, la Baviera divenne un regno con Massimiliano Giuseppe, al quale successe il figlio Ludwig I°. Il re più famoso della Baviera, dal 1864 al 1886, fu il nipote Ludwig II°, individuo eccentrico, omosessuale, anche se si provò a fidanzarlo con la cugina Sofia Carlotta, sorella minore di Sissi, l’imperatrice d’Austria, per dare un erede al trono, ma egli fece rinviare sempre la data del matrimonio, e il fidanzamento fu annullato. Fu dichiarato malato di mente e misteriosamente morì il giorno dopo che fu deposto dal trono.



La duchessa Ludovica piazzò, nel
1859, anche Maria Sofia,
con Francesco II di Borbone, erede al trono delle due Sicilie, ma non poteva prevedere
gli avvenimenti tragici che di lì a un anno, si sarebbero verificati in quel
regno e in tutta la penisola italiana. Erano già evidenti in Europa i segnali di
grossi mutamenti che si stavano preparando in Italia; qualche mese dopo di
quell’anno 1859, a
giugno/luglio, l’Austria avrebbe perso la guerra con la Francia di Napoleone
III e il regno Sardo di Cavour, e avrebbe dovuto cedere la Lombardia, mentre
anche il granduca Leopoldo Asburgo-Lorena di Toscana e gli altri duchi Asburgo nei territori della penisola,
sarebbero stati costretti ad abbandonare i loro territori e a ritirarsi a
Vienna.

Nel
1858, a
diciassette anni, venne promessa in sposa al giovane erede al trono del Regno
delle Due Sicilie, Francesco, che, come si usava, non conosceva se non
attraverso l'immagine di una miniatura. Il matrimonio serviva a rafforzare il
legame tra le corone degli Asburgo d'Austria e i Borbone di Napoli. Era un
legame antico, come abbiamo visto. Il fidanzamento ufficiale di Sofia avvenne
il 22 dicembre 1858 e il matrimonio fu celebrato per procura l' 8 gennaio 1859.
Dopo qualche giorno Sofia venne accompagnata a Trieste, dove arrivò il 31 a mezzogiorno, era attesa
dalle fregate borboniche Tancredi e Fulminante, che dovevano
portarla a sud, nel territorio napoletano.
A Trieste
Sissi,
che non stava bene a Vienna, sembrava migliorare soltanto quando si trovava con
qualcuno della sua famiglia bavarese: approfittando del matrimonio di Sofia,
nel gennaio 1859, malgrado la salute cagionevole accompagnò a Trieste la
sorella minore, Maria Sofia, insieme a Luigi, uno dei fratelli. Furono belle giornate che le due sorelle trascorsero
insieme, dimenticando problemi e ansie, e quello che si stava preparando in
Italia, e anche negli altri stati austriaci.
Il de Cesare, lo storico pugliese già citato, che descrive minuziosamente
fatti e personaggi del regno, ci racconta la cerimonia della consegna della
sposa alla delegazione napoletana guidata dal duca di Serracapriola. La cerimonia avvenne il 1° febbraio 1859, nel
palazzo del governatore ( attuale sede
della Prefettura e del Commissario del governo di Trieste, in piazza dell’unità
d’Italia): nel salone del palazzo, nel mezzo, fu tracciata una linea che
raffigurava il confine tra il territorio bavarese e quello napoletano. Si
entrava da due porte contrapposte, sulle quali da un parte c’erano stemmi e
bandiere bavaresi e dall’altra quelle
napoletane. “ Dalla parte del territorio
bavarese entrò la duchessa di Calabria ( era questo il titolo che veniva
dato all’erede al trono di Napoli e alla sua consorte), con il suo seguito” Dopo la lettura di messaggi e discorsi vari,
il ministro plenipotenziario bavarese, conte di Rechberg “ presa la duchessa di Calabria per mano, la condusse fino alla linea di
divisione e la consegnò al duca di Serracapriola, che la fece sedere su una
poltrona del territorio napoletano “ e le rivolse un breve messaggio di
saluto. Il primo febbraio, in pieno
periodo invernale, con il vento gelido di bora e il mare agitato, la fregata Fulminante, con Maria Sofia a bordo,
seguita dal Tancredi, prese comunque il
mare dirette a sud e arrivarono a Bari il 3 febbraio
Giunta
finalmente a Bari, Sofia incontrò
Francesco, che le apparve pallido, magro, alto e serio e timidissimo, che in
risposta al suo “ Bonjour Francois”, le rispose semplicemente “ bon jour Marie” e le diede un bacio
sulla fronte. Ad attenderla non c’era il
re Ferdinando, che gravemente ammalato,
era rimasto a letto.. Le accoglienze della popolazione furono entusiastiche, ma
la malattia del Re gettava un'ombra sul lieto evento. Per forza di cose, la permanenza
a Bari si prolungò. La famiglia reale soggiornò nel palazzo dell'Intendenza,
attuale sede della Prefettura. Ma la prima notte di nozze non fu entusiasmante.
Narriamola con quello che ci riporta il solito De Cesare, il quale dopo aver
detto che nella camera nuziale, Sofia fu
accompagnata dalla marchesa Rizzo, aggiunge: “
Francesco non entrò, ma attese
timidissimo, nella camera precedente, che la Rizzo gli annunziasse che la sposa
si era messa a letto. Francesco
continuava a mostrarsi stranamente (?) confuso ed agitato, e passò il
tempo a recitare preci, sino a che gli parve che Maria Sofia avesse preso
sonno, né prima di allora, chetamente per non destarla, andò a letto. E così fu
per tutto il tempo che stettero a Bari…; il che spiega il suo desiderio di
svaghi d’altro genere e il bisogno,
che sentiva qualche volta, di piangere. Il
matrimonio ovviamente non fu consumato,
neanche dopo a Napoli.

Maria Sofia, duchessa di Calabria
Sofia, ormai duchessa di Calabria, era ansiosa di vedere di
persona il suo sposo, e ne chiedeva notizie alla sua dama di compagnia,
marchesa Nina Rizzo. “ Ma è tanto brutto
?” chiedeva alla Rizzo, che la rassicurava: “ ma quando mai, chillo è nu’ bellu guaglione, più alto di voi”. Francesco aveva ricevuto una educazione
che possiamo definire senz’altro pessima e non idonea a un futuro re. Di carattere timido e riservato era
stato educato dai padri scolopi secondo rigidi precetti morali e religiosi, e
non aveva avuto ovviamente alcuna
esperienza in campo amoroso e sessuale. Molto religioso,
quasi mistico, viveva nel ricordo della madre Cristina, già dichiarata
“Venerabile” dalla Chiesa, poco esperto delle cose della politica, poiché il
padre Ferdinando mai gli aveva delegato un minimo di affari e neanche di
rappresentanza, neanche a parlarne di avventure femminili.
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Un breve cenno su Maria Cristina di
Savoia. Era la figlia minore di Vittorio Emanuele I, re di Sardegna e di Maria
Teresa d’Asburgo-Este. Era nata a Cagliari il 14 novembre 1812, durante il
periodo napoleonico, quando il Piemonte era diventata una provincia francese e
i Savoia erano scappati in Sardegna, così come i Borbone di Napoli, nello
stesso periodo, erano andati in Sicilia. Cessata l’epoca napoleonica, i Savoia erano
rientrati a Torino. Nel 1830 Maria Cristina fu fidanzata a Ferdinando II
Borbone, re delle due Sicilie. Così veniva descritta la futura regina di Napoli,
da una dama di corte a Torino: "La principessa Cristina non aveva allora
20 anni: era bella, d'una bellezza seria e soave: alta di statura, bianca di
carnagione, due grosse onde di ciocche brune inanellate ornavano poeticamente
quel volto, pallido, illuminato da due grandi occhi espressivi”. Maria Cristina
morì non ancora ventiquattrenne per i postumi del parto, nel dare alla luce Francesco.
A gennaio 2014, presso la Basilica di S.Chiara a Napoli, dove sono sepolti
tutti i re e regine della famiglia borbonica delle due Sicilie, si è tenuta la
cerimonia di beatificazione della “ Regina Santa”
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“A chi lo vede appare
triste, annoiato e indifferente a tutto. Alto alquanto di persona e di
complessione piuttosto gracile, è di carattere timido e cupo…” così
descrive l’erede al trono di Napoli, il marchese Gropello, ambasciatore del
regno Sardo a Napoli, in una lettera diretta al conte di Cavour, del 18 gennaio
1857.

Francesco
II – secondo gli storici – aveva anche un altro problema, soffriva di fimosi.
La fimosi è un restringimento
dell'orifizio prepuziale, più precisamente, una condizione medica per la quale
il prepuzio di un uomo non riesce a scoprire completamente e autonomamente il
glande. Evidentemente bisogna pensare che non se ne era accorto prima e/o
nessuno gli aveva detto niente e non si pensò di farlo operare, - una semplice
circoncisione praticata da millenni. Maria Sofia, comunque, fece buon viso a cattivo gioco. Col
suo fascino e la giovanile bellezza si attirò subito le simpatie di quanti la
conobbero. Lo stesso re Ferdinando restò favorevolmente impressionato dalla
figura della nuora. Le sue giornate si dividevano fra il teatro e le escursioni
nelle vicinanze di Bari, in compagnia dei giovani cognati con i quali aveva
subito fraternizzato, avendo in comune con essi spirito d'avventura e
atteggiamenti goliardici.
Ai primi di marzo, il Re costretto su una lettiga, la Regina Maria Teresa, Francesco, Maria Sofia e tutto il loro seguito si imbarcarono sulla fregata "Fulminante" e partirono alla volta di Napoli. Finalmente per Maria Sofia, lasciato il grigiore del Palazzo dell’intendenza barese, si aprivano nuovi orizzonti.
Ai primi di marzo, il Re costretto su una lettiga, la Regina Maria Teresa, Francesco, Maria Sofia e tutto il loro seguito si imbarcarono sulla fregata "Fulminante" e partirono alla volta di Napoli. Finalmente per Maria Sofia, lasciato il grigiore del Palazzo dell’intendenza barese, si aprivano nuovi orizzonti.
La
duchessa di Calabria amava molto il mare; man mano che la nave avanzava tra le
onde, la futura regina ripassava nella mente i racconti e le descrizioni della
sua nuova dimora apprese dal suo sposo e dalla sua dama di compagnia,
Francesco, invece, pur rimasto affascinato e travolto dalla esuberante bellezza
di Maria Sofia, non si staccava dal capezzale del padre, che si era aggravato.
Nello
stesso periodo, cosa stava accadendo nelle altre parti della penisola? Non si
può dire che non si conoscevano e che non si potevano prevedere grossi problemi
e mutamenti. Il re Ferdinando, malgrado il grave stato di salute continuava a
dirigere il governo del regno, senza delegare nulla a nessuno, sbagliando molto
in questo, soprattutto all’erede al trono.
Il primo ministro del regno di Sardegna, Cavour aveva da tempo inserito
l’argomento italiano e del regno delle due Sicilie, nel dibattito europeo, favorito in questo
anche da Napoleone III, personaggio ambiguo, vecchio carbonaro che aveva
vissuto a lungo in Italia, partecipando anche ai moti del 1830, prima presidente
della repubblica francese e contemporaneamente, nel 1849 mandava l’esercito a
Roma contro la repubblica romana, poi imperatore per imitare il grande zio, poi
intrigava con Cavour, ma assicurava Napoli che non c’era alcun problema, e
mantenne la guarnigione francese a Roma fino al 1870. Con lui Cavour aveva stretto una alleanza
segreta - ma fino a che punto? - per
l’annessione della Lombardia e del Veneto e per la creazione di un regno
dell’alta Italia. Secondo Arrigo Petacco non aveva alcuna intenzione di andare
oltre. ( “Il regno del nord”, ed.
Mondadori.). A marzo 1859, il regno Sardo aveva cominciato ad armarsi e a
creare un esercito numeroso, accogliendo tutti i profughi, banditi da altri stati: l’Austria e Francesco
Giuseppe non stavano a guardare, sicuramente sapeva a cosa andavano incontro.
Lo spionaggio funzionava anche allora: tutto ciò era conosciuto a Vienna e nelle altre corti europee e anche a Napoli.
La guerra scoppiò il 27 aprile del ’59,
si scontrarono gli eserciti austriaci,
alle dirette dipendenze di Francesco Giuseppe, e quelli franco-sardi
comandati da Napoleone III e Vittorio Emanuele.
Fine prima parte