Margherita
d'Angiò- Durazzo
Creato
nel 1140, voluto e desiderato, conquistato, posseduto e perduto da
tante dinastie regnanti, nato in Sicilia, crebbe con i territori
peninsulari del sud: era il Reame di Napoli e di Sicilia.
Nel
1282, regnanti gli Angioini, perse un pezzo, la Sicilia, pure
desiderata e conquistata da molti, autonoma per circa due secoli.
Gli
Angiò si erano allargati troppo dal 1266: avevano sì perso la
Sicilia, ma avevano Napoli e Ie regioni peninsulari, avevano preso
l'Ungheria e l'Albania, con Durazzo, senza contare la terra
d'origine, la Provenza e mezzo Piemonte, e la parentela con il re di
Francia. Il quadro politico ed economico del regno si presentava
piuttosto movimentato e fosco già con re Roberto, detto il Saggio;
chissà poi perchè aveva questa nomea.
Gli
Angiò, infatti, non smentivano la loro fama di crudeli e sanguinari
trasmessa da Carlo I, pronti a uccidere tutti quelli che potevano dar
loro fastidio, indifferentemente dal fatto se erano genitori, figli,
zie e zii, cugini, mogli o mariti, anche se si recavano regolarmante
in Chiesa, che costruirono a più non posso, e ossequiavano il Papa
di turno.
Margherita, Statua del mausoleo nella Cattedrale di Salerno |
E
la colpa, secondo una storiografia tradizionale misogina, oggi
superata, era attribuita alle donne che governarono il regno in quel
periodo: dal 1343, alla morte di Roberto “ nel regno di Napoli,
la presenza di regine per diritto di nascita nel XIV e XV secolo –
Giovanna I e Giovanna II d'Angiò – per molto tempo è stata
considerata come foriera di guai e sinonimo di governo arbitrario e
di instabilità politica “ ( C.Casanova in “ Regine per caso, ed.
Laterza,2014) .
Aggiungiamo
anche eventi naturali come terremoti, eruzioni del Vesuvio, carestie
e epidemie come la grande peste del 1348 e il quadro diventa
completo.
Giovanna
I fu assassinata dal nipote Carlo di Durazzo, che aveva allevato
come un figlio e aveva nominato erede al trono, che si proclamò re
di Napoli: la sorella della moglie, anche lei nipote della
regina,fatta morire in prigione nel castel dell'Ovo. Guerre lunghe e
difficili contro I cugini d'oltralpe, i francesi di Luigi d'Angiò e,
chi la fa l'aspetti, morte violenta di Carlo in Ungheria nel 1386, a
seguito di una congiura contro di lui. L'
intermezzo maschile era durato poco, solo 4 anni,e non era servito a
dare stabilità al Regno. Giunse il momento, alla morte di re Carlo,
di un'altra donna, rimasta fino ad allora abbastanza appartata e
ignorata, Margherita d'Angiò-Durazzo.
MARGHERITA
era nata nel 1348 in Provenza, da Maria d’Angiò, sorella della
regina Giovanna I, e Carlo d’Angiò Durazzo,( non ci si meravigli,
I nomi degli Angiò erano quasi sempre gli stassi e se li
trasmettevano di padre in figlio). era l'ultima nata della coppia,
che aveva generato altre tre femmine Giovanna, Agnese e Clemenza.
Regnava allora la giovane zia Giovanna I, di 21 anni, essendo nata
nel 1327. Margherita, il
24 genn. 1370, a Napoli, in Castel Capuano, sposò il cugino Carlo
d’Angiò Durazzo,
educato prima a Napoli dalla zia Regina e poi alla Corte
angioina-ungherese dal 1364, Duca di Croazia e Dalmazia. La coppia
risiedette a Zara, dove nacquero Giovanna e poi Maria. Nel maggio
1376 rientrarono a Napoli, dove il 15 febbr. 1377 nacque il figlio
Ladislao. Mentre Carlo era tornato in Ungheria, Margherita visse a
Napoli presso la corte e, con la rinuncia, volontaria o forse
forzata, al trono da parte delle sorelle maggiori, dal 1368 , fu
l’aspirante al trono con maggiori prospettive poichè la regina,
non aveva figli e aveva pensato al nipote Carlo come suo erede. Ma
la pace e la tranquillità familiare durava poco all'epoca, e
malgrado fosse stato nominato erede al trono, Carlo, sobillato dal re
di Ungheria, si diede da fare contro la zia Regina, accusandola di
ogni possibile nefandezza, sostenuto anche dal papa Urbano VI, nemico
di Giovanna; si preparò, nel 1379, alla invasione dei territori
napoletani. Il voltafaccia non piacque e al suo posto, fu nominato
erede al trono di Napoli il francese Luigi d'Angiò. Questa
situazione rese difficile la posizione a Napoli di Margherita
che temeva di divenire ostaggio della regina contro il suo stesso
marito. A giugno 1380 quindi riuscì a fuggire da Napoli con I
figli, e si rifugiò nel castello di Morcone nel Sannio in attesa del
marito.
Carlo
incoronato re Carlo III dal papa romano, il 2 giugno entrò nel
regno, si scontrò con le truppe i napoletane e dopo averle
sconfitte, nel luglio 1381, entrò a Napoli e mise sotto assedio
Castel nuovo, dove la regina si era rifugiata e resistette a
lungo. Ma dovette arrendersi. Giovanna fu quindi imprigionata
prima a Nocera, fino a marzo del 1382, poi fu trasferita nella
lontana fortezza di Muro lucano, dove, il 12 maggio 1382, fu
raggiunta dai sicari del nipote-re e assassinata. Aveva 55 anni.
In
quegli anni Margherita rimase lontana dalle vicende politiche
comportandosi come regina consorte, assumendo la reggenza temporanea
in assenza del marito impegnato in continue guerre. Come tale seppe
assumere decisioni importanti per reperire le risorse finanziarie per
le spese militari, come ad esempio imposizizione di nuove tasse e
altre misure che divennero sempre più impopolari , allestì poi una
flotta di 12 galee e organizzò nei mesi successivi diverse campagne
per reprimere i partigiani degli Angioini francesi, seguaci del
pretendente al trono, Luigi. In questo marasma ci si mettavano anche
I Papi, da una parte un Antipapa ad Avignone, dall'altra un Papa
romano, entrambi pensavano al Regno come un loro feudo e quindi di
poter fare e disfare Re e Regine. Ora l'atteggiamneto del papa romano
era mutato,non andava più bene quello che facevano a Napoli, e
favoriva ora il francese Luigi. Quando poi giunse nel 1386 la
notizia della morte del re Carlo avvenuta in Ungheria, il clima
cambiò ancora, nonostante che Margherita come Reggente avesse
cercato inizialmente di tenere nascosta la morte di Carlo. La
situazione nel Regno e nella capitale si era fatta difficile e
insostenubile,perché soprattutto da parte dei partigiani del papa,
si organizzavano tumulti contro nuovi aumenti di tasse e dazi, e i
Seggi della città cercavano di ottenere maggiore autonomia e il
diritto di essere consultati per l’imposizione di tasse. Nelle
province imperversavano le milizia francesi di Luigi d'Angiò, era il
figlio, il secondo di questo nome, la nobiltà parteggiava ora per
uno ora per l'altro cercando di trarne più vantaggi personali
possibili.
Nel
1387 arrivò a Napoli anche Ottone di Brunswick (il vedovo di
Giovanna I), che sbarcò con un contingente militare angioino
favorevole a Luigi: sotto la pressione dei partigiani angioini a
Napoli, gli furono aperte le porte della città mentre le milizie di
Margherita riuscirono a conservare i quattro importanti castelli
strategici della città: Castelnuovo, Castel dell’Ovo dove si era
ritirata con I figli, Castel Sant’Elmo e Castel Capuano. il papa
Urbano moriva e al suo posto veniva eletto Bonifacio che invece
incoronò il piccolo Ladislao. Rex
Hungarie, Ierusalem et Sicilie, e
Margherita assunse formalmente la reggenza del regno. A
luglio 1387,
Margherita. con i figli si imbarcò per Gaeta, ancora fedele a lei e
a Ladislao, residenza più sicura di Castel dell’Ovo, dove cercò
di organizzare la resistenza e allargare la cerchia dei sostenitori
suoi e di Ladislao soprattutto tra le importanti famiglie nobili del
Regno, e di approntare un esercito che avrebbe dovuto riprendere
Napoli. Nella capitale si era sistemato Luigi II di Angiò a Castel
S.Elmo, con il suo esercito, mentre l'esercito durazzesco, al comando
di capitani di ventura come Giovanni Acuto, devastarono il
circondario e tentavano di prendere la città per fame.
Cosi
si andava avanti tra alti e bassi, tra tradimenti, alleanze e
voltafaccia, con difficoltà di reperire soldi per pagare i
mercenari, e anche semplicemente per mangiare, ma Margherita, aiutata
dal legato pontificio cardinale Acciaioli che aveva incoronato
Ladislao, nel 1389, pensarono che il ragazzino ( 12 anni) doveva
trovare una moglie ricca con una buona dote. Seguiamo il racconto di
A.Summonte: “ si
volle in quel periodo che alcuni mercanti tornando dalla Sicilia
narrarono delle grandezze e ricchezze di Manfredi di Chiaromonte e
della bellezza della figlia Costanza e la Regina ( Margherita)
allora stabilì di concludere il matrimonio tra il figlio e la
figlia di Manfredi ..”. Si
stipulò quindi il contratto di matrimonio tra Ladislao e Costanza
figlia di Manfredi, potente conte di Modica e signore di Palermo. Il
matrimonio, concluso formalmente il 15 agosto 1390, doveva assicurare
a Margherita e ai suoi figli, il sostegno economico della famiglia
Chiaramonte. La situazione militare era ancora critica, e costrinse
Margherita a concedere ai suoi seguaci e ad altri che si
aggregarono, ricche rendite e beni demaniali in feudo o in pegno, in
cambio di prestiti o sostegno militare. La reggente consigliata anche
dall'Acciaroli, cercò anche di legare più strettamente agli affari
del governo i rappresentanti delle città, specialmente di Gaeta, e
diversi cittadini furono accolti nel Consiglio di reggenza e gli fu
accordato il diritto di consultazione per l’imposizione di nuove
tasse e dazi. Margherita trovò anche il tempo di occuparsi di
riformare in parte l'amministrazione del Regno creando nelle singole
province un ufficio del vicegerens
con poteri straordinari. Ma era già tempo di cedere il governo al
Re, ormai aveva 16 anni poteva essere dichiarato maggiorenne: “
….nel
luglio del 1393, ….., la regina Margherita stabiliva di cedergli
l'effettivo comando, si ritirava dal suo posto di reggente, sin
allora tenuto con tanto accorgimento e tanta forza d'animo, e
lanciava questo giovinetto sedicenne nel teatro della lotta.....”
( A.Cutolo, Re Ladislao d'Angiò Durazzo, Ediz. Berisio, 1969).
Ladislao d'Angiò-Durazzo |
Al
contrario della zia Giovanna, diventata regina giovanissima, senza
marito o figli nè persone di cui fidarsi, soggetta a critiche e
scandali veri o presunti e a ministri e favoriti, Margherita appare
invece come una donna forte, dotata di intelligenza politica e forza
di volontà nel difendere il Regno e soprattutto I figli Ladislao e
Giovanna, ed è l'esempio che smentisce quella tradizione storica
misogina di cui accennavo all'inizio di questo racconto. Il Regno,
anche con Ladislao, che fu un grande guerriero e conquistò mezza
Italia, rimase comunque oggetto di desiderio di tanti e teatro di
instabilità e di scontri, fino all'ìarrivo di Alfonso di Aragona,
nel 1440.
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