Poi dicono che la
giustizia non funziona, e che le carceri sono sovraffollate.
Ho raccolto tre episodi
cosi come raccontati dal quotidiano di una piccola città di provincia. .
Ovviamente ho dovuto nascondere e modificare nomi e quanto
altro può far identificare persone e cose, ma i fatti sono reali.
Lascio a chi legge la possibilità di giudicare e
commentarli, secondo il proprio punto di vista.
Certo, non è normale essere arrestati e messi in carcere per
due pezzi di formaggio, due arance e due bistecche, né mi sembra regolare che
l’Arma dei Carabinieri venga impegnata alla ricerca di una gatta(!!), per
giunta a casa di una persona incensurata.
Il primo episodio:
“ Occulta 2 pezzi di formaggio sotto il giubbotto: in
carcere “.
Ha nascosto sotto il giubbotto due pezzi di formaggio del
valore complessivo di 16 Euro che aveva rubato all’interno del banco frigo del
supermercato Pincopallino di corso Garibaldi.
E’ stato arrestato M:F. 30 anni, cittadino straniero., A
stringergli le manette ai polsi sono stati i poliziotti di una pattuglia della
Squadra volante, chiamata dagli addetti alla sicurezza del supermercato.
Secondo la ricostruzione degli agenti, l’uomo si è
presentato alla cassa pagando regolarmente altra merce che aveva preso.
Ma la cassiera ha notato che sotto il giubbotto stava
trattenendo qualcosa. Così quando la dipendente del Pincopallino gli a ha chiesto di far vedere
cosa aveva nascosto, l’uomo è fuggito.
E’ stato rincorso da un cliente che poi è riuscito a
fermarlo dopo un breve inseguimento.
A questo punto sono arrivati i poliziotti chiamati dalla commessa
che lo hanno preso in consegna arrestandolo sul posto.
Il PM dopo aver convalidato il fermo, ha disposto la
liberazione di M:F.
Premesso che un furto, o un tentativo, e sempre un furto, in
questo episodio notiamo: prima di tutto il modesto valore della merce
sottratta, 16 euro, poi la fuga dell’uomo e il fatto che un cliente del
supermercato si lancia all’inseguimento, sprezzante di eventuali pericoli,
mentre gli addetti alla sicurezza, pur pagati per fermare eventuali ladri, non
si muovono, si limitano a chiamare la polizia.
La polizia non può far altro che arrestare l’uomo e, dove lo
portano? In galera, mentre dovrebbero tenerlo in custodia in una camera di
sicurezza. Per fortuna il P.M. lo libera subito.
Il secondo episodio
:” Venti giorni di
reclusione e 50 euro di multa all’anziana che rubò le arance al Supermercato ”.
Questa è la pena inflitta con la condizionale alla
pensionata di 77 – settantasette ! - anni che aveva infilato nella propria
borsetta due arance e un paio di bistecche sottratte dal bancone del Supermercato.
Il giudice ha ridimensionato il capo d’accusa, da furto in tentato furto e ha
applicato all’anziana il minimo della pena.
L’imputata dovrà risarcire …il Supermercato che si era
costituito in giudizio come parte civile, l’avvocato che aveva rappresentato il
Supermercato quattro mesi fa nella prima udienza ha però rinunziato
clamorosamente al mandato non condividendo la “scelta sociale” di chi gli aveva
affidato l’incarico.
……….il valore complessivo del tentato furto - due arance e
le bistecche – è di 19 Euro, la richiesta del Supermercato era di 500 euro ed è
stata ridimensionata a 300! Il giudice ha accolto la tesi dell’avvocato
difensore concedendo all’imputato tutti i benefici di legge applicabili.
Ora comunque si andrà in Appello, il tutto per 19 euro! La
giustizia funziona e i supermercati non badano a spese per punire i ladri!
Commento finale di un addetto al supermercato “ subiamo ogni anno prelievi ingiustificati
di merce per un valore complessivo di tre milioni di euro. Una cifra enorme che
si riflette sul bilancio e necessariamente anche sui prezzi praticati al
dettaglio”
Gli addetti al supermercato dovrebbero pensare alle vendite
e agli sconti e avere un minimo di umanità soprattutto quando la merce
sottratta viene subito recuperata. E certamente, non a costituirsi parte “lesa”
per 19 euro. Per fortuna ci sono
avvocati “umani” e giudici che fanno il possibile per ridurre i danni a una
anziana di 77 anni, che comunque non andrebbe in carcere proprio per l’età .
Il vero problema è che polizia, tribunali e galere non
dovrebbero perdere tempo con queste
sciocchezze.
Terzo episodio
“ Architetto nei guai
per il ratto del gatto….”
La professionista è accusata di furto e la sua casa è stata
perquisita. I aula sfilano 6 testimoni.
“ si chiama Amelia ed è una gatta gialla e nera. Per
trovarla e restituirla alla donna che sostiene di esserne la “vera”
proprietaria, il P.M…….non solo ha aperto una inchiesta per il furto del
felino, ma ha anche spedito due carabinieri a perquisire l’abitazione di un’
architetto, ritenuta la ladra di Amelia. Ora del gatto non si sa più nulla (
poiché il gatto non è stato trovato), ma A..M.
– il nome della professionista – è imputata di furto della gatta e ne
deve rispondere davanti al giudice.” E’ iniziato il processo e sono stati
convocate sei persone per testimoniare.
“ la signora R.C., che ritiene di essere stat derubata di Amelia voleva anche
costituirsi parte civile, ma l’avvocato è riuscito a bloccare l’iniziativa. Il
processo è stato rinviato a settembre perche la asserita proprietaria non può
presenziare al processo.
Sembra che tutto era iniziato un anno prima, il
professionista aveva trovato nei giardini pubblici un povero gatto affamato e
tremante, lo aveva preso, portato a casa, rifocillato e curato. Dopo un po però
lo stesso gatto era sparito e A.M. aveva provato a cercarlo andando in giro e
chiedendo a molti se lo avevano visto in giro. Come si sa, il paese è piccolo e
la gente mormora, e la notizia di questo povero gatto sparito e la sua
descrizione avevano fatto pensare a R.C. che fosse il suo gatto. Da qui era
nata la denunzia e tutto il resto.
..Ma vi pare possibile che un Magistrato possa far perdere
tempo ai carabinieri e spendere soldi per una inutile e ridicola perquisizione?
Vi sembra possibile che una tale affermi di essere proprietaria di un felino e
addirittura vuole essere parte lesa? E come farebbe a dimostrare che Amelia è
sua?
.
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