Ponti
a Napoli,
Tappia
Carlo
Celano, letterato napoletano del '600, con una grnde passione per
l'arte e l'architettura, scrisse e pubblicò, verso la fine di quel
secolo, “Le
Notizie del bello, dell'antico e del curioso della città di Napoli
“,
una specie di guida turistica, divisa in dieci giornate, per
illustrare monumenti e palazzi ai forestieri in visita alla città.
Dopo
aver guidato il visitatore per il largo di palazzo ( oggi p.za
Plebiscito) e quindi per il castel nuovo ( oggi maschio angioino) e
le vicinanze, così scriveva: “Usciti
dunque nella gran Strada di Toledo, prendendo il camino a sinistra
verso il Regio Palazzo, dall’una mano e l’altra vi troveranno
bellissime habitationi palatiate, tutte quasi d’un’istessa
altezza, e …...più avanti a destra vi è un altro vico detto del
Ponte di Tappia,
per un ponte che vi fu fatto fabricare dal regente Carlo Tappia a
comodità di passare dalla sua casa grande alla picciola.....”.
Capiamo
subito dove ci troviamo, nella gran strada di Toledo, che tutti i
napoletani di Napoli conoscono bene.
La
strada porta il nome di don Pedro Alvarez di Toledo, marchese di
Villafranca, per oltre vent'anni Vicerè spagnolo di Napoli dal 1532.
Egli trasformò completamente la città, abbattendo e costruendo
nuove mura, mutando la destinazione d'uso di castel Capuano(
Tribunale), avviando la costruzione di palazzo reale, combattendo il
malaffare e la criminalità, affrontando l'emergenza del terremoto
nei Campi flegrei.
Tra
le altre iniziative, fece tracciare e costruire la via che porta
ancora oggi il suo nome, dritta e lunga più di un chilometro, da
largo del Mercatello ( piazza Dante) fino al largo di palazzo. Prima
non era altro che un fosso, già in secoli passati alveo di un antico
fiume, ridotto a immondezzaio, lungo il quale correvano le mura
aragonesi.
Con
Toledo le mura furono abbattute e allargate fin sulla collina del
Vomero, l'alveo fu ripulito e la nuova strada fu lastricata e resa
perorribile da tutti..
Via Ponte di Tappia |
Tra
i vari palazzi che sorgevano in quell'area, nel 1566, su progetto
dell'architetto Giovanni Francesco di Palma, fu costruito, a lato
della strada di Toledo, dopo l'attuale largo Carità e la stazione
della Metropolitana, un palazzo, su incarico di Egidio Tapia (o
Tappia), spagnolo, giudice della gran Corte della Sommarìa
( una specie della nostra Corte dei Conti).
Egli
ci andò ad abitare con la famiglia, e dopo qualche anno, per
l'esattezza nel 1574, acquistò un palazzo situato di fronte,
separato da una stradina trasversale. Tappia lo fece ristrutturare e
per maggiore comodità, per andare da una casa all'altra, fece
costruire un ponte di collegamento tra i due palazzi. Chi sa se la
costruzione era abusiva e ci fu qualche condono edilizio, fatto
sta che così nacque il ponte di Tappia.
Nel
tempo la strada fu indicata come via Ponte di Tappia e lì furono
istituite anche prigioni cosiddette civili, cioè quelle per debiti.
Nel
1832, il palazzo fu
acquisito
dal principe Tocco di Montemiletto che lo ristrutturò completamente.
Con
l'unità e successivamente nel XX secolo, la struttura del ponte fu
demolita e anche la strada non fu più la stessa. Vennero aperte
nuove vie e modificate quelle esistenti tanto che oggi molte non
esistono più. Anche Il ponte di Tappia, come altri, diventò ed è
ancora oggi, solo un toponimo urbanistico.
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