Quanti
sanno che c'è stata un' epoca in cui il Piemonte fu un possedimento
napoletano? Cosa
c'entrava Napoli con il Piemonte ? Per saperne di più torniamo indietro nel tempo fino al XIII secolo.
L'
Italia era divisa in vari Stati, grandi e piccoli, tutti dipendenti
teoricamente dall'Imperatore del Sacro Romano Impero o dal Papa,
divisi in fautori dell'uno, i Ghibellini, o dell'altro, i Guelfi. Lo
Stato più grande e più forte era quello quello di Sicilia e di
Napoli. c'entrava Napoli con il Piemonte ? Per saperne di più torniamo indietro nel tempo fino al XIII secolo.
Più a Nord, si era consolidato lo Stato pontificio fino alle Romagne, e nel nord-est c'era la Serenissima Repubblica di Venezia. A ovest, nella pianura padana, in Lombardia e anche in Piemonte, c'erano stati i liberi Comuni come Milano e altre città, Piacenza, Novara, Asti, Torino e tanti altri più piccoli, ma nel XIII secolo quel modello politico era in crisi, e si stava arrivando lentamente alla instaurazione delle cosiddette Signorie, come quella dei Visconti a Milano.
In Piemonte erano molto attivi, e volevano allargarsi, i Marchesi di Saluzzo e del Monferrato, e iniziava la carriera di una famiglia che arrivava dalle Alpi, i conti di Savoia. Sul mare si affacciava la Repubblica di Genova.
Carlo I d'Angiò |
Altri Comuni piemontesi, intanto come Torino, Alessandria, Vercelli e Ivrea gli fecero atto di dedizione. Da quel momento quella zona divenne un possedimento del Re di Napoli.
La politica degli Angioini in quell'area fu molto accorta – stranamente in quanto Carlo e i suoi, alla conquista di Napoli e Palermo, si comportarono da crudeli e sanguinari -, essi non stravolsero gli ordinamenti delle città, ma lasciarono continuare l'amministrazione secondo le tradizioni e gli statuti precedenti, limitando al massimo la loro interferenza e traendone reciproco vantaggio.
In quegli anni l'interesse di Carlo, era volto al Regno dell'Italia meridionale, al suo consolidamento e anche alla sua possibile espansione: gli Angiò persero la Sicilia ma si allargarono oltre l'Adriatico occupando l'Albania con Durazzo e se ne proclamarono Re, e nel 1300 giunsero fino in Ungheria, furono poi principi d'Acaia e Re di Gerusalemme e altro. Il Papa Gregorio X, che, al contrario del suo predecessore, riteneva gli Angiò molto pericolosi per il suo potere, organizzò una Lega alla quale si aggregarono anche nemici Piemontesi e dopo alterne vicende, nel 1275 riuscirono a sconfiggere i presidi angioini e gli alleati, che abbandonarono la regione.
Ma non era finita.
Dopo qualche anno, Carlo II d'Angiò, lo zoppo, Re di Napoli e di Albania, riprese in Piemonte tutto ciò che il padre aveva perso.
Giovanna I d'Angiò |
I rapporti degli Angiò di Napoli con i possedimenti piemontesi erano frequenti e costanti ed essi vi si recavano personalmete o mandavano membri della famiglia reale. I problemi vennero fuori dopo, alla morte di Re Roberto, con Giovanna I, regina chiacchierata e anche sfortunata: sposatasi ben cinque volte dovette affrontare nemici di ogni genere, anche in famiglia, pestilenze e guerre continue per mantenere il trono.
Si recò anche in Provenza ma per trovare il Papa ad Avignone e non ebbe il tempo di pensare alle terre piemontesi, se non quando dovette donare come dote alla sorella Maria, per il suo matrimonio con Carlo di Durazzo, la contea di Alba( V.Gleijeses, La regina Giovanna d'Angiò, Marotta Ed.1990). Il regno era andato allo sbando, l'ultimo marito di Giovanna, Ottone di Brunswick mentre stava combattendo in Piemonte per difendere quei territori, fu richiamato a Napoli, assalita da Carlo di Durazzo; la Sicilia non era stata riconquistata ed era occupata dagli Aragona, Giovanna non aveva avuto eredi diretti.
Il Piemonte perciò fu abbandonato a se stesso, i possedimenti angioini furono occupati dai Signori del Monferrato, Saluzzo,Visconti e dai Savoia, senza alcuna reazione da parte di Giovanna. Anche i successori, gli Angiò-Durazzo furono presi da altri impegni e problemi interni ed esterni al Regno, per cui finì così, lentamente e per abbandono, il governo angioino in Piemonte. Era durato circa ottanta anni.
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