VOMERO -ARENELLA
Collina del Vomero medievale |
Il Vòmero, nato come quartiere
nel 1885, si sviluppò, con l’Arenella,
nel secondo dopoguerra, dalla fine degli anni ’50 in poi, in maniera disordinata: bisogno di case, cooperative edilizie, nessun pensiero all’ ambiente, un vero e
proprio assalto a un territorio ancora verde per campi coltivati e
pascoli. Si verificò poi un vero e proprio
esodo di intere famiglie che, dal centro storico, andarono a popolare, quasi
novelli coloni, i nuovi rioni in enormi condomini. Poi vennero tutti i servizi e le varie attività
commerciali, e perciò scuole, banche, negozi, bar, uffici comunali, uffici
postali, ospedali ed altro.
La collina,
caratterizzata da forti
dislivelli e avvallamenti del terreno, richiese
necessarianente la costruzione di moderne
strutture che spesso
rasentano finestre e balconi di enormi condomini edificati sul niente, come ad esempio quello sito
all’uscita ( o ingresso) della tangenziale di via Caldieri, dove la scorsa estate si verificarono incendi.
Vediamone
qualcuno
via
Cilea
Via Francesco Cilea è una delle arterie principali del
quartiere. La via nacque come
prolungamento di via Alessandro Scarlatti, che scendeva giù da S. Martino,
e fu progettata come parallela all'antica via del Vomero (oggi via Belvedere), con la quale alla
fine si unisce.
PonteVia Cilea |
Per superare il dislivello tra la via Scarlatti e la via Cilea,
fu costruzito un ponte, che, però, comportò l'abbattimento
di preesistenti abitazioni e antiche ville.
Sul ponte furono subito costruiti condomini tipici degli anni
della speculazione, sproporzionati alla strada, che per questo e per il
traffico veicolare intenso è oggi
particolarmente fragile e soggetta a cedimenti. Il ponte passa sopra via Gino Doria e da quì è raggiungibile
attraverso una scala ormai degradata e spesso occupata da personaggi poco
raccomandabili.
via
Gemito
Via Gemito prende il nome da Vincenzo Gemito, scultore
autodidatta, disegnatore, orafo, nato a Napoli nel 1852 e morto nella stessa
città nel 1929.
Inizia dopo piazza
Quattro Giornate, dall'angolo con via Ribera e va ad incrociarsi con via Cilea.
Data la naturale conformazione del terreno, via Cilea è più alta rispetto a tutta l'area compresa
tra le vie Fracanzano, Solimena, Doria e Ribera.
Da via Cilea infatti per
raggiungere dette vie si devono
utilizzare scale o ripide discese come
via F.P. Tosti.
Tutti i fabbricati di
questa zona sono più bassi rispetto a quelli di via Cilea perchè costruiti
prima del prolungamento con via Scarlatti nel 1958, assecondando l'andamento
del terreno.
Per superare questo dislivello e prolungare la via Gemito
alla via Cilea, fu costruito il piccolo ponte che oggi passa
davanti alle finestre di quei condomini.
via Fiore
Via Mario Fiore è la strada che
collega la piazza Bernini con la piazza Medaglie d’oro. La posizione di
quest’ultima piazza è molto più bassa
rispetto alla piazza Bernini e soprattutto alla piazza che io considero la principale del quartiere, cioè la
Vanvitelli ( nella foto).
Nei primi anni del ‘900, tra la
piazza Bernini e la via M. Fiore c’
era un muro che saliva da via Conte
della Cerra. Nel 1958, il muro fu abbattutto, la piazza Bernini assunse
l’aspetto di una vera piazza e fu costruito il ponte che superava il dislivello
con via Fiore e che si affaccia su via Conte della Cerra.
via Castellino
Via Castellino |
Ci trasferiamo ora nel
quartiere Arenella, confinante con quello del Vomero. L’Arenella fu chiamato
così per gli stessi motivi di cui abbiamo parlato dell’ Arenaccia (v. ponte di
Casanova), cioè a causa di detriti arenosi provenienti dalla collina dei Camaldoli, portati dall'acqua
piovana, e che si depositavano nella zona.
In quei luoghi, in passato, tra boschi e campi,
c’erano poche ville nobiliari sorte dal XVII secolo in poi, come dimore di
villeggiatura di aristocratici, e un piccolissimo villaggio al quale si
accedeva attraverso ripidi sentieri.
Una di queste ville
era stata costruita da chi diede poi il nome alla collina: fu Giuseppe Donzelli un aristocratico
napoletano vissuto all’epoca della rivolta di Masaniello, nel 1647, alla quale
peraltro partecipò. Egli si occupò attivamente di “ medicamenti e arti salutari”,
nel giardino della villa fece piantare numerose piante medicinali per
scoprire nuovi rimedi curativi. e scrisse Teatro
farmaceutico, dogmatico, e spagirico del Dottore Giuseppe Donzelli, Napoletano,
Barone di Digliola, pubblicato nel 1681 a Venezia.
Dal barone Donzelli si
arrivò a Monte/Donzelli, l’antica strada,
parallela oggi a quella più
moderna intitolata al Medico Pietro
Castellino.
Fu negli anni ’20 del XX
secolo che iniziò l’urbanizzazione dell’Arenella e anche la costruzione della zona
ospedaliera sull’ area più alta. A causa
delle ripide pendenze e allo scopo di unire strade e dislivelli, nello stesso periodo fu costruito
il Ponte ( nella foto), lungo circa 30
metri, che supera la via Castellino.
Oggi l’Arenella è
un quartiere densamente popolato. Il
ponte, negli anni, si è procurato una cattiva fama, perchè luogo di una lunga
catena di suicidi.
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